AGRICOLTURA
Animali selvatici, danni per 200 milioni di euro
Coldiretti torna a lanciare l'allarme sul fenomeno
«Ora, avanti per affrontare le priorità e dare risposta alle istanze emerse in questi mesi di incontri territoriali e nell’assemblea “Orgoglio Coldiretti” che ci ha riunito a Varese martedì sera». Così Pietro Luca Colombo, presidente della Coldiretti provinciale, assicura continuità ai temi emersi e rilanciati nel corso del consesso tenutosi in via Monte Rosa 34, alla presenza di ante imprese associate. Tra i temi portanti, quello della fauna selvatica incontrollata che ha causato nell’ultimo anno danni all’agricoltura della nostra provincia e per l’intera Italia, dove si contano danni per circa 200 milioni di euro, con campi coltivati rasi letteralmente al suolo. Fra gli altri temi, si aggiungono problemi causati dalle importazioni selvagge di cibo dall’estero, con costi di produzione andati alle stelle e prezzi pagati nei campi sotto i livelli di sopravvivenza.
L’allarme è stato quindi ribadito dall’assemblea “Orgoglio Coldiretti” dell’altra sera nella città capoluogo, che ha riunito gli imprenditori agricoli da ogni angolo della provincia di Varese: una delle 96 organizzate in contemporanea dalla Coldiretti su tutto il territorio nazionale, con la partecipazione record di oltre cinquantamila agricoltori, per chiedere soluzioni immediate. Una giornata cruciale per un’organizzazione che quest’anno festeggia i suoi ottanta anni.
Tra i punti trattati, dopo l’apertura del direttore Rodolfo Mazzucotelli, il focus sui bandi di contributo Psr Investimento e Pnnr Macchine e Attrezzature (relatore Ermes Sagula, responsabile CAA Coldiretti Lombardia), poi una relazione su L’esperienza nelle filiere agricole a cura di Paolo Botta, direttore del Consorzio Agrario Lombardo, mentre il punto sugli aggiornamenti sindacali e la chiusura dei lavori sono stati a cura del presidente Colombo.
«I danni causati dagli animali selvatici non vengono rimborsati che in minima parte e spesso dopo molti anni - spiegano dall’associazione -, con una situazione che ha portato molti a rinunciare a denunciare gli attacchi subiti. Tra l’altro, i pochi indennizzi che arrivano non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto o dell’animale ucciso».
Come precisano da Coldiretti, proprio i cinghiali sono il maggior pericolo anche per i cittadini, con 170 incidenti stradali con morti e feriti causati nel 2023 proprio dall’impatto con cinghiali e altri animali selvatici, secondo l’analisi su dati Asaps, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.
Ai danni alle coltivazioni si è aggiunto l’allarme della peste suina africana, la malattia non trasmissibile all’uomo che i 2,3 milioni di cinghiali oggi presenti sul territorio nazionale rischiano di diffondere nelle campagne, mettendo in pericolo gli allevamenti suinicoli sul territorio e, con essi, un settore che tra produzione e indotto vale circa 20 miliardi di euro e dà lavoro a centomila persone. Da qui la richiesta che rimbalza da nord a sud dalle assemblee Coldiretti di mettere un freno immediato alla proliferazione dei selvatici, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le proprie terre. Mancano, infatti, i piani regionali straordinari di contenimento e strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione.
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