Brexit
Gentiloni: paradosso Brexit, ha contribuito a unità e rilancio Ue
"Daremo priorità assoluta a difesa diritti 500.000 italiani in Gb"
Bruxelles, 29 apr. (askanews) - "Credo che il referendum sulla Brexit sia stato uno dei colpi più duri che l'Ue abbia mai subito, ma paradossalmente proprio per questo c'è stata una reazione, e credo che ci sia oggi la possibilità di utilizzare anche il negoziato con il Regno Unito come un elemento che contribuisce all'unità e al rilancio dell'Unione". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, parlando brevemente alla stampa al suo arrivo al vertice dell'Ue a 27 che approverà, oggi a Bruxelles, le linee guida per il negoziato sul "divorzio" britannico dall'Unione.
"Sappiamo - ha proseguito Gentiloni - che non sarà un negoziato facile, che dobbiamo avere e un atteggiamento non di ostilità" nei confronti del Regno Unito, "e sappiamo anche, almeno da parte dell'Italia a due cose molto precise: la prima è che non si può immaginare di scegliere dal mercato unico le cose che piacciono e rifiutare quelle che non piacciono; e la seconda è che noi daremo priorità assoluta alla difesa dei diritti acquisiti dei circa 500.000 cittadini italiani che risiedono nel Regno Unito. Senza un accordo su questo - ha avvertito il premier - non possono esserci accordi seri".
Comunque, ha aggiunto "la sfida non è solo quella di gestire bene il negoziato con il Regno Unito, ma anche quella di rilanciare nei prossimi mesi l'Unione, e questo non dipende solo dalla nostra unità, ma anche dalla capacità dell'Unione di cambiare su alcuni dei dossier fondamentali che abbiamo di fronte, primo fra tutti quello di una politica economica che accompagni e non deprima la crescita. Abbiamo finalmente crescita in tutti e 27 i paesi dell'Ue, dobbiamo accompagnarla", ha sottolineato il presidente del Consiglio.
Il secondo dossier fondamentale su cui è necessario che l'Ue cambi è quello della crisi migratoria. Si tratta, per Gentiloni, di "avere una politica migratoria comune degna di questo nome".
Per il premier, questo è "l'impegno dell'Italia": che, una volta superata "la difficoltà enorme" del negoziato sulla Brexit, "non si considerino superate le altre sfide che l'Ue continua ad avere", e lavorare, ha concluso, per "cambiare le politiche Ue per rendere la proposta europea ancora più forte nelle nostre opinioni pubbliche".
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