IL COACH
«La miglior Varese possibile»
Caja elogia il lavoro di Bulgheroni e Coldebella: «Gruppo con motivazioni e caratteristiche ad hoc. Wells e Cain i punti di riferimento, per Hollis grande chance di rilancio»
Attilio Caja ha piena fiducia nella nuova Varese basata su motivazioni e senso della sfida. La squadra costruita per esaltare le sue qualità di lavoratore in palestra calza alla perfezione con le idee di “Artiglio”.
«È la miglior squadra possibile, non soltanto per le risorse a nostra disposizione: tante nostre idee primarie sono andate a buon fine, Coldebella e Bulgheroni hanno scelto bene e Claudio ha fatto un ottimo lavoro a livello contrattuale stando ampiamente nel budget disponibile. In attesa della verifica del campo abbiamo ingaggiato diversi giocatori che ci sono parsi interessanti per le loro qualità e non per il loro costo».
Quale è stata la strategia di base nella scelta dei giocatori?
«Abbiamo allestito un nucleo che ha maturato buone esperienze in Europa ed è ancora in fase di crescita, desideroso di cambiare il proprio status all’esame della serie A italiana. Parlando personalmente con quasi tutti loro, ho spiegato l’idea di giocarsi questa occasione: lo staff farà di tutto per farli diventare giocatori migliori, dalla loro crescita individuale passerà automaticamente quella della squadra».
La principale caratteristica dei nuovi arrivi è l’attitudine al lavoro?
«Caratteristica che avevano anche i giocatori dell’annata scorsa: c’è chi ha avuto benefici immediati come Johnson ed Eyenga, o almeno lui pensa di aver fatto un passo avanti, mentre per Anosike e Maynor ricevo quasi quotidianamente chiamate di tecnici stranieri che chiedono informazioni. Lo stimolo per i nuovi è quello di ripercorrere le loro orme: in questi ragazzi abbiamo visto le qualità giuste, ci aspettiamo che diano il massimo per tirarle fuori».
Quali saranno i giocatori di riferimento della Varese 2017/’18?
«Per esperienze passate, qualità e leadership direi che Wells e Cain possano essere i giocatori in grado da fungere da punto di riferimento per i compagni, dando l’esempio in termini di attitudine. Hollis? Ho la massima fiducia nel suo talento, a lui ho chiesto massima applicazione difensiva per vincere la sua sfida. Damian avrà un’altra chance dopo la stagione sfortunata a Cantù: non a tutti capita una seconda occasione, ma se l’è guadagnata con quel che ha fatto a Brescia e col Benfica. Toccherà a lui sfruttarla bene».
Quale sarà l’obiettivo stagionale?
«Partiamo con la massima umiltà per lasciarci dietro una squadra: a maggio speravamo di ripartire da un nucleo di conferme per sfruttare il finale del 2016/’17; senza colpe per nessuno dovremo ripartire da zero e il gruppo completamente nuovo avrà bisogno di tempo per assestarsi. Il profilo basso è la logica conseguenza di avere così tanti esordienti; siamo consapevoli che sarà un’annata difficile ma molto stimolante. Confidiamo assieme alla società ed ai tifosi di superare i momenti difficili».
La scommessa intrigante riguarda la possibilità di proseguire ancora con questo nucleo visti i molti contratti biennali...
«È l’aspetto positivo del lavoro di Coldebella condiviso con Bulgheroni: l’auspicio è di creare uno zoccolo duro che possa durare nel tempo. Ho una certezza: col lavoro si ottengono risultati. È una frase che ho ripetuto più volte nella scorsa annata e alla lunga i fatti mi hanno dato ragione: prima riusciremo a trovare la quadra, meno ci sarà da soffrire. Sappiamo che arriveremo: l’incognita è quando, sperando che non ci vogliano sei mesi».
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