LA SENTENZA
T-red con mazzette: 6 anni al capo dei vigili
Condannata l’ex comandante Caterina Buffardeci. Era accusata di corruzione
Sei anni di condanna per corruzione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, 15mila euro di provvisionale al Comune di Casorate e altrettanti a quello di Cardano, interruzione immediata del rapporto di lavoro con l’amministrazione e neppure la concessione delle attenuanti generiche per un semplice motivo.
Sei anni anche per il coimputato Claudio Ghizzoni e, dulcis in fundo, la trasmissione degli atti alla Procura per falsa testimonianza a carico dell’ex assessore alla Sicurezza Nicola Del Vecchio.
Il comandante della polizia locale Caterina Buffardeci è stata invece assolta dall’imputazione di truffa, per la quale il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni aveva chiesto due anni.
Il presidente del collegio giudicante Maria Greca Zoncu depositerà le motivazione entro quindici giorni, dopo di che l’avvocato Pietro Romano si preparerà per il ricorso in appello.
Bisognerà innanzitutto chiarire la ragione del diniego delle attenuanti generiche. Durante la requisitoria, il pm Monzio Compagnoni ne aveva chiesto l’esclusione a causa dell’esposto al Csm che l’imputata presentò all’epoca contro il magistrato titolare del fascicolo, Pasquale Addesso.
Per la collega, quel gesto fu un chiaro tentativo di intralciare le indagini. Sarà questa la tesi accolta dal collegio?
O forse è il reato in sé che non merita, a parere del Tribunale, attenuanti di sorta?
Dunque a parere dei giudici il reato ruoterebbe intorno al rapporto tra il comandante Buffardeci e Ghizzoni, ex capo dei vigili di Podenzana e titolare della ditta Igea, specializzata in appalti di autovelox: la donna avrebbe ricevuto somme di denaro in contante, non quantificate, dall’imprenditore in cambio del noleggio dei suoi macchinari per il rilevamento della velocità.
L‘azienda era così subentrata alla Maggioli, che era finita al centro dell’attenzione della Procura per la valanga di multe piovute sulla testa degli automobilisti che malauguratamente passavano davanti all’odiatissimo Tred.
A maggio del 2015 il tribunale di Savona lo aveva condannato a quattro anni di carcere per una vicenda piuttosto simile: l’accusa era di corruzione infatti, perché Ghizzoni avrebbe versato mazzette all’allora comandante dei vigili urbani di Spotorno Andrea Saroldi (il quale patteggiò due anni e dieci mesi) per invogliare il Comune ligure ad affidarsi all’Igea.
Ebbene, nella questione casoratese le prove di quelle dazioni si troverebbero nelle telefonate dal linguaggio criptico tra lui e Caterina Buffardeci.
I pagamenti tramite bonifici sui conti della società erano definiti «articoli di giornale», per esempio.
Il comandante segnalava così di aver siglato i mandati di liquidazione dei corrispettivi fatturati da Igea ai Comuni di Casorate e Cardano al Campo e l’avvenuto pagamento da parte degli stessi enti.
Ghizzoni verificava l’effettiva esecuzione dei pagamenti, concordava tempi e luoghi dei tempi della consegna di contanti alla Buffardeci e poi si incontravano almeno una volta alla settimana.
Da quando il comando di Casorate si è fuso con quelli di Arsago Seprio e Somma Lombardo, l’imputata non è più al vertice della polizia locale, ma esercita comunque la sua attività di pubblico ufficiale. E così sarà fino a quando, eventualmente, la sentenza non dovesse essere definitiva.
Perché a quel punto diventerà esecutiva la decisione del giudice che ha ordinato la risoluzione del contratto e il divieto di contatti professionali con le amministrazioni.
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