CONDANNATO
Sbaglia casa e picchia il vicino
Torna a casa ubriaco e sbaglia piano, crede di trovarsi di fronte all’amante della moglie e cerca di farsi giustizia, all’arrivo dei carabinieri aggredisce anche loro: dieci mesi
Galeotta fu la bevuta con gli amici, che gli accese la passione e gli confuse i sensi. Parecchio ubriaco, tornando a casa invece che salire fino al terzo piano il ragazzo si è fermato al secondo e senza rendersene conto è andato a bussare alla porta del coinquilino che abita sotto il suo appartamento. Svegliato nel cuore della notte l’uomo non ha ovviamente aperto subito. Anzi, parecchio irritato ha chiesto a quel tizio che si accaniva sul suo campanello chi fosse e cosa volesse. E lui, ubriaco di alcolici e di gelosia, ha concluso che quello era l’amante di sua moglie, che sorpreso aveva preferito barricarsi nella sua casa piuttosto che affrontarlo da vero uomo.
Pare una scena tratta dalla più classica delle commedie italiane, tra corna ed equivoci gli ingredienti ci sono tutti. Solo che stavolta c’è poco ridere, perché il ragazzo che si sentiva tradito, un bielorusso di 30 anni, prima ha cercato di sfasciare la porta di quello che credeva il suo appartamento, e poi dopo aver urlato irripetibili minacce di morte alla compagna e al suo presunto amante se l’è presa anche con i carabinieri chiamati dal vicino terrorizzato. E’ successo alle 2 del mattino di sabato 15 in un condominio di Sesto Calende: qualche ora prima il trentenne era uscito a bere con gli amici, una serata tranquilla girando per i bar. La compagna, anche lei straniera, era invece rimasta a casa. Al ritorno, si è confuso sul piano e ha cominciato a pretendere di entrare in casa d’altri. Quando sono arrivati i carabinieri della compagnia di Gallarate, la situazione non è migliorata: si è scagliato come una furia anche contro di loro, colpendoli con calci e pugni.
Ammanettato, poche ore dopo è stato portato al tribunale di Busto Arsizio, dove il giudice Rossella Ferrazzi ha convalidato l’arresto che all’alba era stato disposto dal pm Nadia Calcaterra. Pronti via, difeso dall’avvocato d’ufficio William Tenace il giovane è poi stato processato per direttissima: accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, è stato ulteriormente penalizzato dal suo curriculum, nel quale spiccavano già diversi precedenti penali. Alla fine, Ferrazzi l’ha condannato a dieci mesi di carcere. La pena non è stata sospesa, ad accompagnarlo al suo nuovo domicilio questa volta sono stati i carabinieri.
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