ART BOX
20x20 cm di poesia, foto e pittura
L’arte al quadrato, poesia fotografia e pittura racchiuse in un 20x20 come pietre in uno scrigno ma che chiunque può incastonare a piacimento, unendo i versi a uno scatto o ai colori brillanti di un quadro. Si chiama Art Box la provocazione intellettuale di tre artisti gallaratesi, il poeta Adelfo «Maurizio» Forni, il fotografo Roberto Calvino e la pittrice Marida Tagliabue, decisi a mettere su carta i loro lavori e a stampare 90 raffinate copie di un libro fatto di schede «componibili», con le parole che si fidanzano alle immagini secondo la fantasia del lettore.
«Che data è?/ Forse non importa./ Per vivere/ non serve un calendario/ basta/ sognare», ricorda Adelfo Forni nell’incipit, e per godere appieno del contenuto di questo originale libro-non libro serve sognare a occhi aperti e lasciarsi trasportare dalla fantasia, assecondando quella sbrigliata e danzante dei tre autori che lo firmano.
Adelfo Forni, 69 anni, laurea in giurisprudenza, ha pubblicato la sua prima raccolta di liriche alla fine degli anni ‘60 assieme a Franco Braga, per poi lavorare come manager nell’editoria musicale in aziende come la Cgd e Messaggerie Musicali, seguendo artisti quali i Rockets, Caterina Caselli, Umberto Tozzi, I Pooh, Nikka Costa, Fiorella Mannoia e i Matia Bazar, e promuovendo la musica italiana nel mondo.
Il fotografo Roberto Calvino, invece, dopo la laurea in lettere moderne e l’insegnamento nella scuola dell’obbligo, collabora da tempo alla «Rivista Intelligente», un webmagazine di «scrittura attenta e lettura veloce», con articoli sull’arte e sulla musica. È appassionato di vecchie incisioni, soprattutto di jazz, e suona la chitarra, spesso improvvisando dal vivo. Molte le mostre personali, tra cui il Festival della fotografia d’autore di Grimentz, nel 2012 e la recentissima «Dalle parole alle immagini» allo Spazio Carù di Gallarate.
Autodidatta in pittura, Marida Tagliabue lavora tra Gallarate e Marrakech, e in Africa ha frequentato diversi atelier di artisti locali, affinando tecnica e creatività. «Ho una necessità profonda di viaggiare, e in particolare nel clima fisico e culturale africano. Dell’Africa mi piace il suolo desertico e quello lussureggiante di impenetrabili vegetazioni, osservare le persone anche nei riti tribali e gli animali che poi dipingo, rinnovando a ogni pennellata ricordi ed emozioni», spiega l’artista. Che nell’Art Box ha inserito alcuni lavori dell’ultimo periodo, dedicato a una perduta Età dell’Oro - il titolo della serie è «Gold gold gold» - e al filone New Baroque, ispirato all’arte e alla cultura, passate e presenti, del suo Paese adottivo, il Marocco. Nel 2012 Marida Tagliabue è stata protagonista della mostra «Ballata delle mie ore africane» a Palazzo Borromeo di Viggiù, con opere legate al paesaggio della savana e a ritratti di animali colti nel loro ambiente.
La collaborazione dei tre artisti, come acutamente scrive Nuccio Orto nella presentazione di Art Box, ha portato a disegnare una sorta di «cerchio in cui la parola poetica diventa fonte di ispirazione per la fotografia, e la pittura lo diviene per la poesia: dalla parola all’immagine e dall’immagine ancora alla parola, in totale libertà ri-creativa. (…) Ogni poesia, ogni fotografia, ogni quadro non fa che esibire la propria autonomia. Il testo di partenza diviene pre-testo per un altro testo, il quale si diverte a cancellare ogni traccia che possa rivelarne le origini».
L’occhio del fruitore fa il resto, e il divertimento può essere infinito, tanto le variabili sono numerose e avvincenti, e chissà che sfogliando una carta dopo l’altra non venga la voglia, come recita un verso di Forni, di «ridere un po’/ in barba al mondo», e inventare un destino di parole e immagini esclusivamente privato.
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