IL COMMENTO
A “caccia grossa” per la tranquillità
Contro Sassari ci accontenteremmo di un successo di misura, magari per un punto “sgraffignato”
Se accostiamo le premesse di quest’estate con alcune recriminazioni, pur legittime emotivamente, vien da pensare a un clamoroso paradosso rispetto a una salvezza dichiarata come obiettivo massimo e ai quartieri alti, mancati per sconfitte di misura, patite al Forum e ad Avellino. Ebbene, questa ammirevole Openjobmetis si trova nel bel mezzo grazie alle sue virtù di compattezza delle quali artefice è Attilio Caja, in versione “Antonio Conte” (quello della Nazionale italiana) quale carismatico trascinatore, capace com’è di ottenere il massimo potenziale da ciascuno dei suoi uomini. Varese, infatti, è temuta dagli allenatori avversari come Pasquini, coach di Sassari, il quale le riconosce una straordinaria energia tecnico-tattica che esprime intensità difensiva e fluidità offensiva come stimolante continuità a tutto campo. Caja raccoglie i complimenti senza cedere a fatali lusinghe, come quelle della volpe al corvo, né si macera nel rammarico, deciso com’è a predicare umiltà affinché si possa crescere tutti insieme, tifosi compresi. Questo è il suo pensiero, nella consapevolezza della propria realtà con cui rapportarsi per scavalcarla nel tempo. E fa un esempio: «D’Ercole, che dieci anni fa volli a Udine, ad Avellino ha messo a segno tre triple su tre tentativi, Tambone zero su tre: tra i due la differenza sta nell’età e nell’esperienza. Come dire prima e dopo la cura, la questione è solo fisiologica». Morale, se c’è un allenatore in pace con se stesso e con i suoi uomini questi è proprio l’Attilio, comandante in capo di una Pallacanestro Varese alla pari con altre cinque formazioni in un sesto posto pur stracarico di concorrenti e, soprattutto, davanti ad altrettante avversarie. Non dimenticando mai le premesse dell’estate, quindi, sempre a “caccia grossa” di punti-tranquillità. In verità questo campionato non ha ancora espresso nitidamente le proprie gerarchie, al di là di Brescia-rivelazione ma non troppo (in virtù del suo organico) e, pur possedendo le formazioni più quotate delle ultime stagioni alcune individualità di spessore ma avendo, nello stesso tempo, perso elementi di talento, si sono un po’ disperse alcune loro vecchie certezze ai fini di un’identità solida e compiuta. In questa “polveriera” di potenzialità troviamo la stessa Sassari, più battibile a Masnago rispetto ad altre stagioni, sempre che la si affronti con l’impeto di strenui sfidanti. Ancora una volta incuriosisce Wells che, sin qui, s’è detto, circola a targhe alterne, collezionando più votacci che lodi, poche ma meritate, e che Caja, ben conscio di non allenare un fenomeno, attende con pazienza e fiducia, dovendo Cameron superare esperienze nuove e impegnative, convinto di raccoglierne, un giorno, i frutti. A Masnago, con Cantù e Trento, ci si è fatti la bocca per scorpacciate di canestri, in questo match, che s’annuncia duro, basta vincere. Anche di un punto sgraffignato.
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