PALAZZO REALE
A cent’anni da adesso
Un’arte ancora in divenire, quella di Vincenzo Agnetti, capace in vita di unire l’immagine alla parola in composite narrazioni, indagare nel linguaggio e sovvertirne i meccanismi con eccellente virtuosismo. Così il titolo della mostra curata da Marco Meneguzzo recita «Agnetti. A cent’anni da adesso», a indicare come il «sentiero mentale» dell’artista milanese, nato nel 1926 e scomparso a 54 anni, sia in parte ancora da percorrere, e accanto ai lavori più noti esposti ce ne siano anche molti ancora da conoscere e apprezzare.
Allievo di Brera e della scuola del Piccolo Teatro, Agnetti incomincia con la pittura informale, quindi entra in contatto con Piero Manzoni, Enrico Castellani e il gruppo Azimut, per poi trasferirsi in Argentina dove si occupa di automazione elettronica. Dopo il ritorno in Italia, nel 1967, inizia la sua intensa produzione artistica e nel 1968 pubblica il romanzo «Obsoleto» per Scheiwiller.
Dal 1973 Agnetti ha studio anche a New York che alterna a quello milanese, ed è di allora il grande lavoro «Amleto politico», presente in mostra, bandiera di un «teatro statico» inteso come spettacolo senza movimento, personaggi e testo. Si tratta di 60 bandiere di diverse nazioni a contornare il palco da cui Amleto arringa la folla.
Con Manzoni uno dei massimi artefici dell’arte concettuale, Vincenzo Agnetti inserisce nei suoi lavori una matrice pessimistica ed esistenzialistica espressa attraverso un’acuta analisi del linguaggio.
A Palazzo Reale a Milano sono esposte più di cento opere, realizzate tra il 1967 e il 1981, che restituiscono un’immagine chiara dell’artista e della sua poetica visionaria: ecco «Quando mi vidi non c’ero», l’autoritratto su feltro grigio inciso a fuoco, gli «Assiomi» realizzati in bachelite, «Il libro dimenticato a Memoria» che sintetizza il concetto di dimenticanza, e la geniale «Macchina drogata», una calcolatrice Divisumma 14 Olivetti i cui numeri sono sostituiti da lettere dell’alfabeto, facendo seguire a ogni consonante una vocale in modo che le parole ottenute digitando producano opere d’arte casuali.
Non mancano i lavori fotografici, tra cui l’installazione «4 titoli surplace», grandi sculture i cui titoli sono rappresentati da fotografie di momenti della performance di Agnetti «La lettera perduta».
«Agnetti. A cent’anni da adesso» - Milano, Palazzo Reale, fino al 24 settembre lunedì 14.30-19.30, giovedì e sabato 9.30-22.30, altri giorni 9.30-19.30, ingresso gratuito.
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