A-RAUND
A cercare se stessi in una vecchia fabbrica
Varcare la soglia dell’ex copertificio Sonnino di Besozzo è come entrare in un altro mondo. Fatto di memoria industriale, di quando la grande fabbrica ora abbandonata produceva tessuti sulla riva del fiume Bardello. E fatto di arte: è potente il contrasto tra i colori e la materia di sette apprezzati nomi del Varesotto e il grigio spoglio delle colonne e delle arcate del salone che le accoglie. Per entrambi i motivi questa mostra va vista: emoziona, fa pensare, ci mette in una traiettoria immaginifica tra passato e futuro che ci costringe a riflettere su noi stessi. Sì, perché qui sempre si torna.
Ed ecco allora le inquietanti, forti presenze dei piccoli uomini creati da Luca Lischetti, personaggi di un teatrino doloroso che hanno il volto bianco delle maschere orientali e gli occhi vuoti, che guardano verso il muro e non verso il mondo e che ci costringono a fare lo stesso: guardarci dentro. Quello del bravo pittore e scultore di Mornago è il contribuito più significativo di questa mostra.
Una mostra che si intitola semplicemente «A-raund in fabbrica», dove «A-raund», voluta storpiatura della parola inglese che significa intorno, è il nome del gruppo creato qualche mese fa da un’idea di Claudio Benzoni per unire teste e mani in un progetto che vuole incidere sul territorio che lo ha partorito. E Benzoni, grafico di professione, espone una serie di opere su supporti plastici dedicati alla stele di Rosetta, o meglio al linguaggio html collegato al suo nome quando si fa una ricerca su Google: è un modo originale per riflettere sulle parole ai tempi di Internet.
Unica donna del gruppo, Grazia Giani esprime la sua natura in grandi tele dai colori intensi che evocano i fiori dell’inconscio: «L’io è capace di conoscere il presente con occhi bendati, dipingere è un desiderio interiore di riconoscersi». Raffinati, composti, essenziali nella loro lacerazione sono i lavori di Aldo Ambrosini, altro nome importante del panorama varesotto: mostrano ferite aperte, in cerca del senso della vita. Sembrano sculture classiche, drappi di memoria, le statue senza testa di Giorgio Sovana. C’è invece tanta materia in Fausto Bianchi, che assembla nelle sue opere destino e volontà. Vito Scamarcia, sanguigno come un uomo del sud, si affida ad animali che sono archetipi, punto di arrivo ma anche di partenza di quel viaggio verso noi stessi.
«A-raund in fabbrica» - A Besozzo, ex copertificio Sonnino, via de Bernardi, fino al 5 giugno sabato e domenica 10-13 e 15-19 o su appuntamento infoaraund@gmail.com.
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