SERIE A
«A Masnago non ci faremo sbranare»
Pasquini, coach di Sassari, “avvisa” Varese. Ma i biancorossi puntano forte sul fattore PalA2A
Federico Pasquini è tornato saldamente in sella, ed è pronto a guidare Sassari verso la trasferta di domenica a Varese. Il coach del Banco Sardegna, che domenica si era dimesso dopo lo stop casalingo contro Capo d’Orlando, ha toccato con mano, in occasione della netta vittoria di mercoledì contro l’Hapoel Holon, il feeling con il gruppo che si era schierato in blocco con lui, inducendo il presidente Stefano Sardara a rinnovargli la fiducia.
«È stato un gesto di responsabilità nei confronti del presidente e della società che ho ritenuto di compiere come forma di alleggerimento verso la squadra, che non avevo visto serena contro la Betaland. Ho provato a valutare anche questa soluzione in un gruppo mai così unito nel lavorare in palestra e seguirmi, ma con poca esperienza e personalità; mi hanno fatto piacere il fronte comune della squadra e la reazione giusta contro l’Hapoel».
Qual è la ragione delle difficoltà iniziali della sua squadra?
«Il gruppo di lavoro è compatto e unito, ma a oggi stiamo pagando gli infortuni ai giocatori d’esperienza. Ci sono tanti elementi al primo o secondo anno in Europa, e avevamo alcuni capisaldi attorno ai quali costruire; peccato che Hatcher e Bamforth sono stati fuori un mese, e quando sono rientrati si è fermato Stipcevic (out anche domenica, ndr). Ci è mancata la guida dell’esperienza, dopo l’exploit con Milano la mancanza di capacità di andare oltre all’errore ci ha tramortiti per 4 partite in fila».
Ora il test Varese, contro una squadra che da martedì prepara la partita in palestra...
«La coppa lo scorso anno ci ha aiutato a trovare la quadra, pertanto per noi è una competizione importante e affrontata col massimo impegno. Certo giocando due volte alla settimana non stacchiamo mai, mentre Varese ha potuto prepararsi meglio. Mercoledì abbiamo fatto bene in casa, ma domenica a Masnago sarà tutt’altra cosa: oggi giocare al PalA2A è impegnativo per tutti, lo dimostrano le vittorie contro Cantù e Trento. In casa la squadra di Caja è aggressiva, se non sei pronto rischi di farti sbranare; sarà completamente diverso rispetto al match contro l’Hapoel Holon».
Cosa teme in particolare della squadra di Caja?
«Mi aspetto che Varese cerchi di tenere un ritmo molto alto: Wells, Waller e Okoye danno energia e qualità al reparto esterni, però ci sono protagonisti silenziosi ma fondamentali come Ferrero, oltre all’energia di Pelle e alle qualità di Cain sotto canestro. Attilio Caja è stato molto bravo a dare gerarchie chiare e stabilire quello che voleva da parte di ogni giocatore e ognuno dei giocatori di Varese ha grande tranquillità psicologica».
Quale sarà la chiave tattica per provare a fare bottino?
«Se si gioca sul piano dell’intensità e della corsa il rischio è che Varese ci possa spaccare le ossa; noi dovremo giocare una partita molto equilibrata, farli uscire dal loro ritmo e imporre il nostro gioco. Un po’ come ha fatto Avellino domenica, abbassando il ritmo e le percentuali giocando una partita camminata, che comunque Varese ha perso all’ultimo tiro».
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