TERREMOTO
A rischio le eccellenze tipiche
Dal prosciutto di Amatrice al ciauscolo, dalle lenticchie di Castelluccio alla caciotta di Urbino, dal vitellone bianco al prosciutto di Norcia. Gli eventi sismici del 24 agosto e quelli successivi che hanno colpito in particolare Lazio, Umbria e Marche, hanno messo in pericolo alcuni dei tesori più preziosi del patrimonio agricolo italiano. Lo sottolinea il Centro studi di Confagricoltura evidenziando le ferite ad un territorio vocato all’attività agricola di eccellenza.
Il Centro studi fa presente che, solo per i prodotti a denominazione di origine (escluso il vino), si parla di una produzione di circa 17mila tonnellate per un valore di 122 milioni di euro e che supera i 13 milioni di export. I che vengono esportati sono il prosciutto di Norcia (oltre 7 milioni di euro), i salamini alla Cacciatora (quasi 5 milioni di euro), l’olio Umbria (circa un milione e mezzo di euro). Sono 17mila le imprese che partecipano al processo produttivo di Dop e Igp. Non va dimenticato che, al di là dei prodotti a indicazione geografica (a cui va aggiunto il vino con varie Doc e Igt), ci sono molti prodotti agricoli tradizionali e rilevanti per le aree interessate dal sisma, che sono comunque importanti presidi di qualità del nostro agroalimentare: da tartufi, patate, grano duro, vini e oli extra vergine d’oliva, sino ai trasformati di carni (salumeria) e del latte (formaggi di vario genere).
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