LA CRISI
«A rischio un’azienda su tre»
Allarme di Fiom, Fim e Uilm dopo i due casi ravvicinati di chiusura nel Varesotto
Si è chiusa una settimana difficile per l’industria manifatturiera varesina, in modo particolare quella metalmeccanica.
In due giorni due aziende leader sul territorio provinciale, Imf di Luino e Tmc di Busto Arsizio, hanno portato i libri in Tribunale. fallimento.
Complessivamente, 240 persone a casa. Un record certamente non voluto, che però non può che destare preoccupazione nei confronti di una realtà industriale provinciale che, di fatto, è ancora alle prese con i tentacoli della crisi.
La conferma, e la preoccupazione, viene anche dai rappresentanti sindacali. Stefania Filetti, Mario Ballante e Francesco Nicolia, rispettivamente segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm, lo dicono senza troppi giri di parole: «La crisi c’è ancora e noi siamo molto preoccupati di quanto potrebbe ancora accadere a diverse aziende della provincia».
Non significa che ne debbano saltare una al giorno, per carità, ma che si siano situazioni al limite, questo sì.
«Noi sappiamo perfettamente che sono ancora tante le aziende che stanno facendo ancora ricorso agli ammortizzatori sociali - sottolinea Stefania Filetti - e altrettante sono quelle che sono in regime di concordato e per le quali non abbiamo alcuna certezza sul futuro. Possono recuperare e rimettersi in carreggiata, come portare i libri in tribunale. Noi vorremmo poter dire che siamo fuori dal tunnel, ma non è così».
Dello stesso avviso anche Nicolia: «Noi siamo molto preoccupati e non soltanto per le oltre duecento persone che sono rimaste senza lavoro. Lo siamo anche per quelle che sono potenzialmente a rischio in questo senso. Perfino le grandi aziende fanno qualche piccolo passo indietro e, le conseguenze, sono poi tutte delle Pmi dell’indotto. Penso all’aeronautica, ad esempio, o ai casalinghi».
Insomma, anche se Imf e Tmc hanno percorsi particolari tra crisi di liquidità e investimenti sbagliati, il rischio molto concreto è che non restino dei casi isolati.
«Se vogliamo dare un dato - prosegue Mario Ballante - possiamo dire che circa il 30% delle aziende varesine metalmeccaniche, oggi, galleggia in acque poco sicure. E, anche se le richieste di ammortizzatori sociali diminuiscono, il dato non rende l’idea della profondità della crisi ancora in corso».
«Senza contare - aggiunge ancora Filetti - che sono diminuiti anche gli ammortizzatori sociali a disposizione».
Sarà un autunno in salita, insomma. Senza dimenticare, poi, sullo sfondo la trattativa, decisamente complicata, per il rinnovo del contratto nazionale di categoria. Il confronto riprenderà a breve ma è chiaro che si parte da un muro contro muro - che aveva portato a diversi scioperi - che non sarà facile abbattere.
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