Addio a Pompeo e Maria
"Pompeo e Maria adesso sono nel cuore di Dio: in quanto Dio ha dato loro la vita, li ha fatti incontrare, li ha uniti nel matrimonio perché non potevano fare a meno l’uno dell’altra e li ha accompagnati nel percorso della loro esistenza anche quando sono stati messi davanti a prove molto dure». Filtra forte e abbagliante la luce del sole dall’ingresso laterale e dal portone centrale della chiesa dei Santi Giacomo e Filippo lasciati aperti per dare modo anche a chi non ha trovato posto all’interno di poter seguire le esequie. E forse non è un caso che l’intensità della luce diventi maggiore proprio in questo passo dell’omelia di don Maurizio Villa che ha officiato la cerimonia funebre. Come a voler lanciare un segno preciso. Perché pur nel dramma, nella decisione estrema presa, nella sciagura che ha sconvolto una famiglia e insieme una comunità, a far scegliere all’anziano di percorrere quell’ultima strada da cui fatalmente non si poteva tornare indietro è stato soltanto l’amore immenso per la donna con cui aveva condiviso tutto per quasi sessant’anni e la paura che la malattia, che da poco aveva aggredito anche lui, potesse lasciarla sola non permettendogli più di accudirla come ormai faceva abitualmente malgrado l’aiuto di una badante. Così, come già avvenuto giovedì sera in occasione del rosario di ricordo, ieri mattina la chiesa parrocchiale si è nuovamente riempita di persone per rivolgere l’ultimo saluto a Pompeo Milone e Maria Valente, i due coniugi di 81 e 82 anni vittime della tragedia familiare consumatasi sabato scorso nella villetta di via Volta quando l’uomo ha messo fine alla sua vita e a quella della compagna di tutta un’esistenza rivolgendo la pistola che teneva in casa prima verso la donna, gravemente malata di Alzheimer, e poi su se stesso. «Oltre al dolore – ha esordito don Maurizio – tante solo le domande su come e perché possa essere accaduta una tragedia così grande». Domande legittime secondo il sacerdote per il desiderio di capire dell’uomo al di là della pura e semplice curiosità. Domande però a cui non è possibile dare una risposta umana. «Forse - ha aggiunto - solo Pompeo e Maria in questo momento possono darle, soprattutto Pompeo. Per noi che stiamo celebrando la morte e la resurrezione di Cristo però il quesito deve essere un altro: dove sono adesso? E la risposta è semplice: sono nel cuore di Dio». Ma nell’omelia di don Maurizio riecheggiano più volte anche le parole misericordia e preghiera. Misericordia che supera ogni fragilità, ogni sofferenza e ogni giudizio umano. «Preghiera - ha continuato - come atto di consegna e affidamento a Dio nella certezza che sarà misericordioso per riaccoglierli tra le sue braccia come un padre che ama sempre, perdona e aspetta il ritorno a casa. Quello di Pompeo e Maria è un ritorno drammatico, doloroso, incomprensibile che però non deve togliere la speranza nella misericordia». Al termine della funzione un lungo corteo ha accompagnato i due feretri verso attraversando la centralissima via Mauceri, dove i negozi in segno di lutto hanno abbassato per qualche minuto le saracinesche. Un ultimo omaggio a una coppia conosciutissima e ben voluta da tutti. «Due persone straordinarie, buone, disponibili con tutti» ripetevano in molti durante le poche centinaia di metri che separano la chiesa parrocchiale dal camposanto: ancora increduli davanti a una tragedia così immensa.
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