IL LUTTO
Addio Mario, barbiere nella storia di Casbeno
Nato in Istria, si era trasferito in città alla fine della guerra e, dal 1970, gestiva il salone in viale Sant’Antonio
La castellanza di Casbeno è ricca di luoghi e di percorsi carichi di vissuto. Non per nulla nei suoi spazi, con un successo crescente nel tempo, si celebrano varie feste: da quella, ormai imminente, della Candelora (presso il santuario della Schirannetta), a “Casbeno insieme” che cade a settembre, a “Luci, profumi e colori del Natale” che ha luogo in Avvento.
Sempre a Casbeno non mancano i punti di incontro delle persone. Uno dei più significativi e tradizionali è rappresentato dall’unico e antico negozio di barbiere, situato dove via Sant’Antonio si incrocia con via Montebello. Si tratta di un “microcosmo” notato anche dal grande fotografo varesino Franco Pontiggia che nel suo libro “I mondi dentro al mondo” ha dedicato ai titolari del negozio, Mario e Lorenzo Bose, e al loro locale ben cinque meravigliose fotografie disposte su due pagine.
L’esercizio, infatti è stato gestito dal primo gennaio 1970 da Mario Decimo Bose che subentrò a un altro professionista di questo settore. Fino a poche settimane fa, Mario è stato presente in negozio, aiutando il figlio Lorenzo, ora cinquantunenne. Nei giorni scorsi il suo cuore si è fermato, vinto da una breve ma inesorabile malattia. La notizia si è rapidamente diffusa, suscitando il cordoglio di molta gente non sono di Casbeno. In molti, fra l’altro, ne ricordano la gentilezza e la fine capacità di “discussore” soprattutto su eventi di cronaca locale riguardanti l’attualità sportiva. Si aggiornava infatti quotidianamente consultando la “La Prealpina” e la “Gazzetta dello sport” sempre a disposizione di clienti e amici.
Mario Decimo Bose era nato il 23 settembre 1932 a Umago, centro istriano allora provincia di Pola. Teneva particolarmente a questo dato identitario e, in base ad una precisa norma giuridica, lo rivendicava sui documenti pubblici che, negli ultimi anni, talvolta, a seguito dell’informatizzazione degli archivi, attribuivano Umago alla Croazia. Dopo le vicissitudini seguite al trattato di pace, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947, Mario e la moglie Pina furono costretti all’esilio. Innanzi tutto rimasero un paio d’anni a Trieste, poi giunsero nel Varesotto, dove risiedettero prima a Ganna e poi ad Avigno nel complesso residenziale messo a disposizione dei profughi istriani, giuliani e dalmati.
Prima di essere titolare del negozio di Casbeno, Mario lavorò per vari anni come dipendente in piazza Garibaldino, in un importante negozio del centro, costruendo e migliorando così la propria professionalità.
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