INQUINAMENTO
Al capezzale del lago malato
Si è riunito il comitato tecnico: allo studio l’ipotesi di riaprire l’impianto di depurazione
Rimettere in funzione l’impianto ipolimnico del lago di Varese? L’idea è venuta in Villa Recalcati al Comitato Tecnico Scientifico che tiene sotto osservazione le acque del bacino lacustre. Fermo da anni per ragioni economiche, l’impianto rappresenta una delle “medicine” che hanno cercato di tenere in vita, sebbene a fatica, il grande malato. Il quale continua ad essere tale nonostante i passi avanti compiuti dai primi anni Sessanta del secolo scorso in poi, quando iniziarono a manifestarsi in maniera violenta e continuativa i fatti di grave inquinamento che ne avrebbero fatto in poco tempo uno dei più inquinati d’Europa.
«La riunione -spiega Valerio Mariani, consigliere provinciale delegato ai problemi ambientali- è stata l’occasione per fare il punto della situazione sulle attività di controllo dell’ambiente e sullo stato dell’impianto ipolimnico fermo da qualche anno, rispetto al quale stiamo valutando la possibilità di rimetterlo in funzione». Si tratta di una decisione presa dalla Provincia insieme ai Comuni rivieraschi e ai loro sindaci e che, al di là delle buone intenzioni degli enti coinvolti, dimostra ancora una volta che il lago non è uscito affatto dalla prognosi riservata, ma che il suo futuro continua ad essere più grigio che roseo.
«Continua l’impegno della Provincia -sottolinea Mariani- al fianco dei Comuni del lago, poiché, attraverso l’adozione di azioni concrete, l’obiettivo resta quello di migliorare la qualità delle acque. Ora il Comitato Tecnico Scientifico, a partire dalle prossime settimane, valuterà una serie di studi allo scopo di dare ulteriori risposte concrete all’annoso risanamento del bacino. Siamo convinti che questo traguardo si potrà raggiungere solo attraverso la collaborazione e il dialogo costante tra i Comuni rivieraschi, la Provincia e gli autorevoli partner che partecipano all’Osservatorio. Abbiamo ribadito la nostra disponibilità a farci carico dell’attività di coordinamento».
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