IL PROBLEMA
Allerta shock dei vigili del fuoco: «112 inadeguato»
Lettera al prefetto segnala gravi ritardi e mancata conoscenza del territorio dei primi operatori
«In più occasioni, si sono creati ritardi di parecchi minuti per l’allertamento e nel peggiore dei casi, si sono avuti addirittura dei mancati avvisi. Minuti preziosi, quelli di cui si parla, che potrebbero fare la differenza tra la vita e morte di una persona».
Questo è il tenore della lettera che le rappresentanze sindacali dei vigili del fuoco del Comando provinciale varesino hanno inviato al prefetto di Varese, Giorgio Zanzi, lamentando un disservizio nel coordinamento del numero unico dell’emergenza (112) che rischia di provocare situazioni irreparabili. E tragiche.
La chiamata al 112 - spiegano i sindacati confederali - «viene ricevuta dal cosiddetto operatore laico che, dopo aver ricevuto le prime sommarie informazioni, le inoltra nuovamente all’ente preposto a risolvere la chiamata».
Qui nascono le prime problematiche: spesso la richiesta di intervento può coinvolgere più servizi: forze di polizia, servizi sanitari e vigili del fuoco, come accade per gli incidenti stradali.
«È evidente - si legge nella lettera - che, se ci sono persone incastrate negli abitacoli, i primi ad arrivare devono essere i pompieri che garantiranno ai sanitari il trasporto dei feriti e la messa in sicurezza di veicoli che potrebbero - a mero titolo d’esempio - incendiarsi oppure precipitare dentro dirupi se non efficacemente stabilizzati. Oltre ai vigili del fuoco, vanno allertati i servizi di polizia per regolare il traffico e per effettuare i rilievi delle responsabilità».
Per una «strana convenzione, tutte le chiamate per un eventuale incidente vengono dirottate sempre e solamente alla sala operativa del Soccorso sanitario (118) che per le chiamate in arrivo dalla provincia di Varese si trova a Villaguardia, nel Comasco».
«Questa situazione - lamentano i sindacati Marco Binda (Cgil Fp VVF), Massimo Isgrò (Cisl Fns VVF) e Rosario Galizia (Uil Pa VVF) -, oltre ad allungare i tempi di allertamento degli altri enti, spesso innesca errori nella comprensione esatta della località da cui proviene la richiesta di soccorso, a causa della naturale scarsa conoscenza dell’orografia territoriale di altre province da parte degli operatori. Quindi, è facile comprendere come la decisione di allertare o meno altri enti e servizi, è nella completa discrezione degli operatori NUE 112 e AREU 118. Per questi motivi, ci siamo trovati dinanzi a cittadini infuriati che ci chiedevano chiarimenti inerenti il ritardo con cui stavamo intervenendo, per poi, da verifiche successive, accorgerci che eravamo stati allertati con gravi ritardi dagli stessi operatori delle sale operative di cui sopra. Da soccorritori e da cittadini, potenziali vittime quando liberi dal servizio, non riusciamo a capacitarci di tali sottovalutazioni o sopravvalutazioni delle richieste di soccorso e delle relative difficoltà e titubanza a disporre un allertamento generale di tutti gli enti dedicati istituzionalmente al soccorso della popolazione. Per ovviare a queste problematiche, più volte segnalate a chi di competenza, a nostro avviso sarebbe più funzionale che in quei casi, dove la richiesta di soccorso può interessare più enti, la telefonata vocale debba essere subito inoltrata all’ente competente, ma contemporaneamente la scheda informatica dell’intervento potrebbe essere inviata telematicamente, per informazione e preallarme, anche agli altri potenziali attori del soccorso. Tale procedimento, avente una logica operativa, non è stata né recepita né tanto meno messa in atto in tutti questi anni dall’attivazione del NUE 112. Auspichiamo che queste problematiche vengano risolte nel più breve tempo possibile soprattutto nell’interesse dei cittadini».
Ampio servizio sulla Prealpina di martedì 12 aprile.
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