LEGA NORD
Amarcord con il Senatur
Festa a Busto per il compleanno di Umberto Bossi: tanti i fedelissimi, da Leoni a Cota, da Speroni a Boni. Paola Reguzzoni? «Non si butta fuori nessuno»
Da Golasecca a Bergamo, dall’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni alla base rappresentata dallo zoccolo duro della militanza bustocca. O meglio, una parte. «Scrivilo, siamo qui in tanti trombati», dice Aldo Ferrario. «Ma perlomeno siamo di Busto Arsizio, non come il vicesindaco». Ovvero Stefano Ferrario, naturalmente il primo di una lunghissima lista di assenti venerdì sera al ristorante Capri per il compleanno di Umberto Bossi organizzato da Paola e Marco Reguzzoni. Il Senatur arriva puntuale pochi minuti dopo le 20 e ad accoglierlo ci sono circa sessanta persone. Dei maroniani, dei salviniani, dei giovani padani e dei nuovi rampanti nemmeno l’ombra. E’ piuttosto una serata amarcord, di quella Lega degli Speroni e dei Leoni (entrambi presenti) che voleva l’indipendenza della Padania. «Ma non è certo un’iniziativa per contarsi stasera», precisa subito Boni. «Siamo soltanto tanti di quelli che c’erano allora e che sono entrati nella Lega grazie a Bossi. E’ un legame affettivo che c’è sempre, non è possibile mancare a serate come queste».
L’Umberto appare in forma e non scansa le domande. Prima di Pontida, era stato durissimo nei confronti della leadership di Matteo Salvini («la Lega lepenista perde voti al Nord e non ne guadagna al Sud», tuonò a Solbiate un mese fa). Ora toni più cauti ma il messaggio politico non cambia: «Se vai al Sud il Nord poi non ti vota. Salvini probabilmente va lì a cercare qualche voto, ma non ha un progetto per il Sud. Il Nord non ha bisogno di voti, ha bisogno di pagare meno tasse». Il Senatur parla volentieri anche di Paola Reguzzoni (la organizzatrice della serata), su cui pende la richiesta di espulsione dal partito: «Non si butta fuori nessuno, salvo per gravi episodi. Queste sono soltanto beghe personali di qualcuno che non ha capito bene che la Lega è tutti per uno e uno per tutti. Chi sente l’esigenza di giudicare troppo ha sbagliato partito. Vogliamo forse lasciare Busto Arsizio senza nostri consiglieri comunali per una ripicca? Sono solo stupidaggini. Chi sostiene questa tesi non vuole bene alla Lega». Mentre Bossi parla i tavoli si riempiono. Arrivano l’ex presidente della Provincia di Como Leonardo Carioni, Monica Rizzi e, alle 21, compare anche Roberto Cota, fresco di assoluzione per la vicenda di “Rimborsopoli” che lo ha relegato ai margini della politica per tre anni. Pronto a tornare? «La passione non è mai mancata, ma tornare a fare politica non lo so».
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