L’INDAGINE
Anarchici e animalisti nei guai
La polizia locale identifica tre degli autori dei blitz: in arrivo denunce e multe
Sono stati identificati in queste ore, dalla polizia locale, alcuni dei responsabili del raid degli animalisti avvenuto settimana scorsa e di quello di Natale dei centri sociali, quando la città era stata letteralmente ricoperta di scritte e slogan.
Dalle indagini svolte è stato rintracciato uno dei giovani che, durante la notte, avevano incollato all’ingresso del municipio e sulla recinzione della chiesetta di Sant’Antonio alcuni manifesti lamentando le condizioni in cui sono tenuti gli animali che fanno parte della coreografia della tradizionale festa di Sant’Antonio. In occasione della quale, proprio nello scorso fine settimana, si è svolto l’applaudito corteo storico arrivato poi sino in centro.
Per il blitz, finito nel frattempo al centro del dibattito politico in città, gli animalisti saranno chiamati a pagare una sanzione amministrativa: l’importo del verbale, che sarà notificato nella prossime ore dai vigili all’attivista del gruppo (che pare non risieda in città), potrebbe andare dai 100 ai 400 euro.
Più delicata è invece la situazione dei due anarchici (entrambi non abiterebbero a Saronno) che, dopo essere stati identificati dai vigili, in questi giorni saranno formalmente denunciati per danneggiamenti e imbrattamenti, anche di un bene storico e protetto. Era stato infatti preso di mira dai centri sociali - nella notte tra Natale e Santo Stefano, al termine di una manifestazione non autorizzata - il portone principale dell’antica chiesa di San Francesco, che rappresenta da sempre uno dei simboli di Saronno; in tutto erano state una cinquantina le scritte comparse su muri e le vetrine dei negozi di corso Italia, su tre istituti di credito in via Pietro Micca e viale Rimembranze; con la vernice era stato persino oscurato un bancomat.
Se riconosciuti colpevoli, in base a quanto previsto della leggi vigenti per gli imbrattamenti, gli anarchici rischiano l’arresto, con reclusione da tre mesi a un anno, e potrebbero poi dovere pagare una multa da mille a tremila euro oltre a dover rifondere i danni.
Articolo sulla Prealpina di martedì 16 gennaio.
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