L’INDAGINE
Anche due sindaci sott’accusa
Abusi edilizi a Lavena Ponte Tresa: ex primo cittadino e attuale indagati con l’immobiliarista Giulio Conti e due tecnici comunali
Fra le sedici persone indagate per l’abuso edilizio su cui sta facendo luce la guardia di finanza di Luino, ci sono anche l’attuale sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino - che ieri, lunedì 21 agosto aveva smentito d’aver ricevuto un avviso di garanzia - , e l’ex sindaco Pietro Roncoroni, in carica quando fu avviato il progetto contestato dalla Procura della Repubblica di Varese per un illecito raddoppio delle volumetrie e per altri reati ancora.
Mastromarino e Roncoroni sono accusati di omessa vigilanza sull’esecuzione dei lavori.
I progettisti e il committente - tra cui il titolare della Petra Srl, Giulio Conti (accusato anche di falso ideologico e di truffa) - rispondono invece anche dell’accusa di falso ideologico. Secondo le Fiamme gialle i presunti illeciti avrebbero comportato anche un danno per gli acquirenti degli immobili, in quanto sarebbe stati violati i requisiti igienico-sanitari e sovrastimata la classificazione energetica.
Roncoroni, da parte sua, ha ammesso d’essere indagato ma ha anche precisato di aver agito, in questa complessa vicenda, «alla luce del sole e come al solito, nei miei dieci anni di amministrazione, come un buon padre di famiglia».
Quanto all’attuale sindaco, che fu il primo a sollevare dai banchi dell’opposizione sospetti sulla pratica edilizia, la Procura della Repubblica di Varese gli contesta di non aver fatto effettuare i collaudi sui diciassette immobili ora sequestrati (e del valore di circa quattro milioni di euro), ai quali mancavano requisiti di agibilità e sui quali furono adottati provvedimenti «discrezionali in tema di prescrizioni igienico-sanitarie».
Articolo sulla Prealpina di mercoledì 23 agosto.
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