CADAVERE NEL BOZZENTE
Ancora giallo sull’identità
I resti sono stati recuperati domenica 15, ancora impossibile il riconoscimento
È un giallo destinato a proseguire quello dei resti umani trovati sabato sera nel Bozzente in secca: solo domenica 15 il medico legale, i carabinieri e i soccorritori sono riusciti a estrarre lo scheletro dai rovi e dalle sterpaglie e purtroppo quanto temuto dodici ore prima si è rivelato concreto.
Non c’è nulla che possa consentire un’identificazione e anche sul sesso ci sono poche certezze: dovrebbe essere maschio, ma solo gli ulteriori approfondimenti potranno dare una risposta esaustiva. Per questo nei prossimi giorni i periti nominati dal pm Maria Cristina Ria eseguiranno i prelievi per l’analisi del dna, così da poter almeno risalire a un nome. E dal nome ripercorrere la storia di quei poveri resti, che potrebbero essere di un tossicodipedente morto dopo aver acquistato una dose fatale proprio nei boschi oppure di uno spacciatore straniero deceduto in circostanze non chiare.
Già, perché anche sulla causa della morte al momento gli inquirenti non hanno ipotesi da avanzare. Ciò che resta delle ossa mummificate non consente di poter affermare se ci siano tracce di violenza oppure no. Bisogna poi capire dove l’uomo abbia perso la vita, visto che è presumibile che il cadavere sia stato portato lì mesi fa dall’acqua, ma che sia morto a monte, altrove.
Ovviamente dal momento del rinvenimento i carabinieri e la procura stanno passando al vaglio tutte le denunce di scomparsa presentate negli ultimi mesi, incrociandole anche con quelle di altri territori perché non è detto che il soggetto non venisse da fuori zona.
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