MENTE
Anoressia: le ragazzine senza fame
Dal nord al sud Italia, per milioni di ragazzi e ragazze il cibo e il corpo sono diventati nemici, con conseguenze devastanti e tanta sofferenza. Un’epidemia sociale che, oltretutto, registra un continuo abbassamento dell’età media dei pazienti, con bimbe di otto anni che si trovano ad affrontare lo spettro dell’anoressia o della bulimia.
Lo ha ricordato Laura Dalla Ragione, che dirige il numero verde Sos Disturbi del comportamento alimentare (Dca) della presidenza del Consiglio dei ministri, 800.180969.
Sono oltre tre milioni le persone convivono con Dca, di cui 2,3 milioni adolescenti. «In questo momento anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata sono in Italia e in tutto il mondo una epidemia sociale che riguarda fasce di popolazione sempre più estese - sottolinea Dalla Ragione -. La patologia non riguarda più solo gli adolescenti, ma va a colpire anche bambini in età prepubere con conseguenze molto più gravi sul corpo e sulla mente».
L’anoressia è il disturbo più pericoloso dal punto di vista della mortalità e si stima che chi ne soffre abbia un rischio di morte dieci volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Oltre al numero verde, le istituzioni mettono a disposizione il sito www.disturbialimentarionline.it, con la mappa di strutture e associazioni dedicate ai Dca.
Sono poche però quelle in grado di accogliere i ragazzi sotto i 14 anni, sottolinea Dalla Ragione, che hanno bisogno di cure stratificate. «Il trattamento integrato è infatti costruito da un piccolo esercito di professionisti (medici, psicologi, dietisti, filosofi, infermieri) che a 360 gradi affrontano queste complesse e insidiose patologie - spiega l’esperta -. Cercando di aprire un varco nel muro del controllo ossessivo della patologia anoressica attraverso il lavoro sul corpo, sulla parola, sul sogno».
In molti casi, per fortuna, la guerra ai Dca si vince, anche quando si hanno appena 11 anni. È il caso di Caterina, che ha affrontato l’anoressia quando le sue coetanee giocavano ancora con le bambole. Il diario di quei giorni è diventato un libro appena uscito, «Inchiostro» di Caterina Minnifico, da cui ben si comprende come questa malattia entri e sconvolga la vita delle famiglie che si trovano a dover affrontare una imprevista, drammatica esperienza.
© Riproduzione Riservata