CICLISMO
Antidoping, divisi gli addetti ai lavori
La Fci si informa su quanto accaduto a Tradate, dove quattro atleti del 2004 sono stati sottoposti ai controlli
Controllo antidoping alla gara Giovanissimi di Tradate il giorno dopo. Mentre il Ministero della Salute conferma l’autenticità del controllo effettuato su quattro ragazzi nati nel 2004, la Federciclo vuole fare chiarezza sull’accaduto: «Abbiamo informato il presidente Renato Di Rocco – spiega il consigliere del Comitato Lombardo, Adriano Borghetti - e, a quanto risulta, il dottor Luigi Simonetto, presidente della Commissione Tutela della salute della Fci, sta raccogliendo informazioni sull’accaduto». La vicenda ha scatenato commenti e posizioni diverse tra gli addetti ai lavori: «Non sono contrario a questi controlli - sottolinea il diesse dell’orinese Loris Bagatin - forse non tutti sono così puliti anche se non esistono prove. Se c’è una regola, è giusto attuarla. La categoria Giovanissimi è molto cambiata in questi anni, due le cose che prevalgono: l’agonismo e l’eccessivo impegno in gare che si svolgono sia al sabato che la domenica. Dovremmo rivedere qualcosa. Noi ci alleniamo tutti insieme con chilometraggi differenziati, chi non vuole essere coinvolto in queste regole e se c’è qualche genitore che vuole allenare il bambino da solo non fa parte della nostra famiglia ciclistica». È assurdo fare controlli ai bambini - sostiene Alessandro Schirosivicepresidente della Besanese - non dobbiamo nasconderci che c’è qualche genitore troppo esuberante con il proprio figlio e che lo sottopone ad allenamenti eccessivi, ma non penso si possa arrivare a dare qualcosa al bambino per farlo andare più forte. La provincia di Varese è un’isola felice, mentre in altre gare si vedono ragazzi molto più sgamati». A proposito di valori, nell’ultimo campionato regionale su strada maschile nessun varesino è entrato nei primi cinque.
Basta leggere i commenti sui social per avere un’idea di quanto i controlli dividano genitori, direttori sportivi e dirigenti. Una costante è che eventuali responsabilità sono di altri e il riferimento ai cicloamatori è costante. Ma se anche si trovasse un cicloamatore dopato, cosa cambierebbe? Dovrebbe rinunciare al sacchetto della spesa premio di quelle gare e questi controlli assorbirebbero risorse dedicate ai controlli sui ragazzi. Categorico il presidente del Comitato Provinciale di Varese della Federciclo, Massimo Rossetti: «Se cominciamo a dubitare dei ragazzi che gareggiano nella categoria Giovanissimi, non è un buon segno per il ciclismo. Non ci sono stati controlli ai recenti campionati italiani esordienti e allievi su strada e ora si controllano i ragazzi di dodici anni in una gara provinciale corsa nel mese di agosto. In tanti anni di ciclismo come genitore di ragazze della categoria Giovanissimi non mi era mai capitato nulla di simile. Da padre credo sempre nelle buona fede dei genitori e dei dirigenti di società: in queste categorie deve vincere il ciclismo». È altrettanto vero però che la categoria Giovanissimi non è più considerata solo un gioco e quanto avvenuto in provincia di Varese nel 2015 lo ha dimostrato.
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