SCONTRO
Area per il Ramadam? La Lega dice no
La comunità islamica ha depositato la richiesta al sindaco. Intesa quasi impossibile
Nell’aria da settimane, nero su bianco da qualche giorno. La comunità Islamica gallaratese, attraverso l’associazione Aps Il Faro che la rappresenta, ha protocollato la richiesta al sindaco Andrea Cassani di poter avere, per il mese di Ramadan, l’area di via Pacinotti per poter svolgere la preghiera giornaliera del mese sacro all’Islam, senza dover andare in paesi fuori da Gallarate. Il documento, complice il periodo di festa, non è ancora arrivato sulla scrivania del primo cittadino ma sull’argomento è intervenuto anche il segretario cittadino della Lega Nord, Giorgio Caielli, che ha ribadito, in modo perentorio, la risposta che verosimilmente verrà data dal capo della giunta. «Assolutamente no». Questo perché «sarebbe solo il primo passo verso una serie di pretese che avanzano nei nostri confronti. Lega Nord ha per anni confermato che non vuole una moschea a Gallarate e nemmeno un luogo di culto». Chiusura totale, ben oltre il semplice cambio di una chiave ad un lucchetto. Un pensiero basato su concetti forti.
«Noi combattiamo e non cederemo di un millimetro. Sarebbe il primo passo verso un Islam che non ha mai riconosciuto la carta dei diritti universali dell’uomo». Un addio alla via della mediazione che potrebbe non essere accettato da tutti i partiti della maggioranza. Una tesi che, però, Caielli è disposto «ad argomentare. So quel che sto dicendo. Noi riconosciamo l’uguaglianza tra l’uomo e la donna, loro no e non lo negano. Perché mai dovremmo aprirci verso una cultura che non si apre alla nostra?». Alcune delle ragioni che potrebbero giustificare un compromesso le aveva esposte, venerdì, l’imam Ayed Djelill: «Una sede gallaratese ridurrebbe gli sforzi dei fedeli già impegnati nel digiuno. Fare poca strada sarebbe un aiuto grande». A questo si aggiungono le motivazioni descritte da Abdul Jabbar, presidente della comunità, nella lettera inviata al sindaco. «I fedeli che accorrono alla preghiera durante questo periodo sono il doppio o triplo rispetto al solito. È un momento molto importante per tutta la comunità gallaratese, con la quale possiamo riallacciare un dialogo. Per questo motivo è per noi vitale poter garantire anche quest’anno la preghiera quotidiana del Ramadan».
Una richiesta pubblica, dopo che le trattative private non si sono mai concretizzate. «Abbiamo avuto diversi contatti, ai quali però non è seguito nulla di concreto e non capiamo perché». Ora la preghiera settimanale del venerdì è assicurata grazie all’affitto di uno dei campi al coperto di via Montenero. Una soluzione «provvisoria» assicurano i vertici del Faro, e un appuntamento che Caielli mal digerisce. «Dal mio punto di vista non sono contento», afferma. «Controlleremo e accerteremo che tutte le norme regionali sulla sicurezza siano rispettate. Si assiste a troppe associazioni che si dicono culturali e, invece, sono religiose. Sappiamo bene che in quei luoghi non si fa solo preghiera, ma anche politica. Una politica, quella degli Imam di oggi, che ha permesso l’affermarsi dell’integralismo». Questo perché «non esiste un albo degli imam. Uno arriva e si dice portavoce. Il Corano non si interpreta, ma si sceglie cosa leggere. Nel libro sono presenti cose belle e altre meno belle, con messaggi che vengono veicolati in un certo senso. Noi questo non lo possiamo e non lo vogliamo assecondare».
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