LA PROTESTA
«Aule fredde». Studenti in piazza
Picchetto dei ragazzi dell’IIS “Falcone” di Gallarate a Villa Recalcati. La preside: «Hanno ragione»
Un folto drappello di studenti dell’IIS Falcone di Gallarate ha pacificamente invaso, la mattina di oggi, lunedì 4 dicembre, i giardini di Villa Recalcati, sede di Provincia e Prefettura di Varese.
Gli studenti protestavano per le condizioni ambientali con le quali convivono da tempo, prime fra tutte la mancanza di un adeguato riscaldamento nei mesi più freddi dell’anno.
Una situazione che gli studenti, i cui rappresentanti sono poi stati ricevuti dagli amministratori provinciali, si augurano che venga risolta al più presto nonostante ciò appaia alquanto difficile, stando alle condizioni oggettive in cui versa la struttura, costata 20 milioni di euro e inaugurata solo sette anni fa, alla presenza dell’allora ministra Mariastella Gelmini (e allagata il giorno stesso della cerimonia...).
CALDAIE SUL TETTO
La preside Marina Bianchi da tre anni, nel mese di dicembre, ha il suo daffare per convincere i ragazzi a tener duro fino alle vacanze di Natale.
«Purtroppo sono tre mesi di dicembre consecutivi che facciamo i conti con un impianto di riscaldamento sulla carta moderno ma alla prova dei fatti inadeguato. Lo scorso anno gli studenti hanno dato prova di pazienza, sopportando di stare al freddo per tutte le ore di lezione, finché i tecnici della Nelsa (la ditta che da tre anni si occupa di manutenzione dell’impianto di climatizzazione, ndr) sono riusciti a sistemare l’ennesimo guasto».
Il problema non sta certo nella manutenzione ma nell’impianto stesso per com’è stato concepito e realizzato, con le caldaie poste sul tetto che vanno in blocco ogni due per tre.
LA BUONA SCUOLA
La ditta che ha costruito il nuovo IIS Falcone è fallita, la Provincia dovrebbe sborsare circa duecentomila euro per rifare un impianto di climatizzazione che non climatizza al contrario e gli studenti sono stufi di dover sopportare anche condizioni ambientali proibitive.
Del resto, l’IIS è una scuola che sforna - è il caso di dirlo - anche ottimi cuochi ed è assai... appetita da chi esce dalle scuole medie. Dei 1630 studenti iscritti, però, ogni giorno - domenica esclusa - si presentano solo in 1450 perché non ci sono spazi sufficienti.
«Che il plesso sia sottodimensionato - sorride ironica la preside - è evidente ma ci siamo organizzati e i ragazzi hanno cinque turni mattutini e uno pomeridiano in cui seguono le lezioni. Il problema della climatizzazione, invece, temo sia più complicato della gestione quotidiana degli spazi».
DUE PLESSI FANTOZZIANI
Caldo d’estate e freddo d’inverno. L’esatto opposto di quel che un progettista e un direttore del cantiere dovrebbero garantire in un edificio suddiviso in due plessi e 51 tra laboratori e classi.
«Nel plesso A - spiega la preside -, ovvero quello in cui si trovano gli uffici amministrativi, la mensa e 18 aule, le finestre si possono aprire ma la climatizzazione non funziona quasi mai. Nel plesso B, nel quale ci sono altri trentatré fra laboratori e aule, le finestre restano chiuse per motivi di sicurezza, da autunno a primavera inoltrata. Si può immaginare quale sia il clima».
Eppure anche qui al Nord, vinto l’appalto, gabbato lo Santo (nel caso laico, in prima battuta, il Comune di Gallarate, ndr) e tanti saluti al personale scolastico e ai ragazzi che devono poi convivere con le lacune di progetti che, una volta realizzati, si dimostrano inadatti allo scopo. Per questo motivo, stamane la preside non s’è opposta alla manifestazione inscenata dai “suoi” studenti. Anzi.
«Ho spiegato loro e loro stessi sanno bene che la dirigenza scolastica da sette anni preme per ottenere condizioni ambientali accettabili e che chi si occupa di manutenzione sta facendo miracoli. Di più non si può fare. Che poi i ragazzi si muovano con rispetto e fermezza per rivendicare quel che gli spetta, non può che trovarmi d’accordo».
Articolo sulla Prealpina di martedì 5 dicembre.
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