FEMMINILE
Azalee costrette alla fuga
Clamorosa rivelazione del patron Aldo Simeoni: «Se non cambia nulla dovremo andarcene». E già circolano voci sulla futura sede
Infortuni e multe della federazione. Questo il bilancio di un anno agonistico «molto travagliato». Non solo: «Ormai le altre squadre non vogliono più venire a giocare da noi. Hanno paura che le loro giocatrici si facciano male». A raccontare questi episodi e a spiegare lo stato d’animo di delusione e di amarezza che regna tra le Azalee - la società di calcio femminile che milita in serie B - è il patron Aldo Simeoni. Si è tenuto in disparte in questi mesi perché altrimenti lo accusano di fare politica, essendo lui ex assessore ed ora consigliere comunale di Forza Italia. Ma ormai la misura è colma e il centurione (così lo soprannominano per la sua origine reatina) non si trattiene più: «Non possiamo fare un altro campionato così. Ci stanno costringendo ad andarcene». Nulla contro i ragazzi del Rugby Malpensa che utilizzano il campo intitolato agli Azzurri d’Italia - «io non criticherò mai chi fa sport» - ma «così non possiamo più andare avanti».
La convivenza è impossibile per un semplicissimo motivo: il terreno di gioco utilizzato dai giocatori di rugby è ridotto malissimo, con buche e avvallamenti. Come poter disputare una partita di calcio senza rischiare infortuni? L’errore, allora, sta alla base. E Simeoni non ha nessun problema a indicare il responsabile: «Il precedente responsabile dello Sport (Danilo Barban, ndr) ha voluto che si arrivasse a questa situazione con una convenzione che non fa il bene di nessuno. Io avevo chiesto che al rugby fossero dati i campi di via Passo Sella, ma nessuno mi ha ascoltato. Lo stadio di via dei Salici è l’unico omologato di proprietà comunale di tutta la città. Bisognava tutelarlo non solo per il bene delle Azalee ma di tutta Gallarate».
Invece oggi la struttura (non per colpe specifiche del rugby che quell’impianto deve usare per gare e allenamenti) presenta troppe criticità, tanto da fare dire al presidente della Gallaratese Calcio Giorgio Caravatti in un’intervista di qualche giorno fa: «Era un gioiellino finché lo gestivamo noi». Ora bisogna fare qualcosa. Ma i tempi sono stretti: «Se non avremo certezze per il prossimo campionato - ripete Simeoni - ce ne andiamo». Il presidente Ugo Tomaselli ha già in corso contatti con Coarezza di Somma Lombardo, che potrebbero portare allo spostamento dell’attività fuori da Gallarate. Addirittura ci sarebbero ipotesi per l’utilizzo in campionato o del Chinetti di Solbiate Arno o dello Speroni di Busto Arsizio. I contatti sono in corso e, prima o poi, arriveranno al dunque, se non cambierà qualcosa nella gestione del campo. Il risultato - triste per Gallarate - sarebbe l’addio a una società che abita qui dal 1980 e continua ad essere l’unico punto di riferimento per il calcio femminile in provincia di Varese, con 107 tesserate.
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