Azerbaigian
Azerbaigian nega visto a giornalista del Guardian: sportwashing
Le ong accusano il Comitato olimpico europeo di coprire Baku
Roma, 12 giu. (askanews) - Dopo "l'espulsione" di Amnesty International e la richiesta di chiusura dell'ufficio Osce a Baku, le autorità azere hanno rifiutato il visto e l'accredito al corrispondente sportivo del Guardian, Owen Gibson, che aveva chiesto di coprire i Giochi europei che si aprono oggi in Azerbaigian. Un nuovo tassello nella complicata relazione tra le autorità dell'ex repubblica sovietica, i media e le ong per la difesa dei diritti umani. E si parla già di "sportwashing": Baku viene accusata, in sostanza, di cercare di far passare in sordina, attraverso il palcoscenico del grande sport, le violazioni dei diritti umani.
Il Guardian aveva presentato domanda per un accredito a gennaio, ma dopo diverse richieste di chiarimento per le mancate risposte da parte dell'organizzazione il 5 giugno le autorità azere avevano risposto che l'accredito era ancora in sospeso perché erano in corso accertamenti sul giornalista. Il no definitivo è arrivato ieri ad appena tre ore dalla partenza per Baku. La decisione, scrive lo stesso Guardian, "sembra essere collegata al reportage di dicembre sulla preparazione dei Giochi". In quell'occasione Gibson aveva incontrato diversi esponenti anti-Aliev tra cui la giornalista Khadija Ismayilova "che ha indagato sulla corruzione" del regime ed è adesso in prigione.
Le Organizzazioni non governative hanno accusato il Comitato olimpico europeo di "sportswashing", ossia di aver lavato nello sport i panni sporchi degli abusi dei diritti umani perpetrati dal governo dell'Azerbaijan. In un comunicato del COmitato si sottolinea che bandire un giornalista "è assolutamente contro lo spirito sportivo" e ha assicurato che la questione verrà discussa con le autorità azere. Ma il presidente del comitato, Patrick Hickey ha sottolineato che nonostante si sia lavorato in silenzio per risolvere la questione della libertà di stampa "c'è una cosa che non possiamo fare, ed è dettare legge su uno stato sovrano e su come deve gestire i suoi affari interni".
Secondo Human Rights Watch esistono altri casi di visti e accrediti negati a giornalisti stranieri. Il regime sta cercando di correre ai ripari e ieri 150 manifestanti filo-Aliev si sono riuniti di fronte a diverse ambasciate straiere per denunciare la campagna anti-Azerbaigian. L'agenzia di stampa di stato, APa, ha chiesto ai giornalisti locali di scrivere "informazioni vere" sul Paese reagendo così all'hashtag lanciato su Twitter da diverse Ong per difendere la libertà di stampa #Baku2015.
© Riproduzione Riservata