LA RICHIESTA
Badilate a ragazzi: «Niente carcere»
Il pm: «Incapace. Quell’uomo va aiutato non rinchiuso»
Non stava per niente bene Nicola Mellece la notte del 25 aprile, quando scese in strada armato di badile per mettere a tacere un gruppo di amici che schiamazzava sotto le sue finestre.
Non era in grado di intendere e di volere e per questo martedì 20 settembre, al termine della requisitoria, il pubblico ministero Rosaria Stagnaro ha chiesto al gup Luisa Bovitutti l’assoluzione e la misura di sicurezza nella comunità riabilitativa ad alta assistenza per un minimo di due anni.
L’avvocato Laura Giovanna Pedretti si è ovviamente dichiarata dello stesso parere, puntando però a un ricovero il più breve possibile: Mellece, infatti, è già ospite da mesi della Cra e a quanto pare sta rispondendo bene alle cure.
«Serve un reinserimento sociale», ha specificato il difensore. La sentenza arriverà entro fine anno.
Sulla sua incapacità si era espresso lo psichiatra nominato dalla procura Nicola Poloni.
La notte dell’arresto l’uomo era in preda a un disturbo delirante di tipo persecutorio continuo, uno stato che tutt’oggi lo rende socialmente pericoloso, soprattutto perché poco incline a farsi curare.
Ampio servizio sulla Prealpina di mercoledì 21 settembre.
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