L’EVENTO
Il ritorno di Meneghin: «Devo tutto a Varese»
Sopralluogo ok, martedì 30 la cittadinanza onoraria a Pozzecco e SuperDino
«Se sono diventato chi sono, è grazie a Varese».
Dino Meneghin e la città ai piedi del Sacro Monte, “le parole che non ti ho detto”. E che dirà, c’è da scommetterlo, martedì 30 gennaio, quando un consiglio comunale straordinario, per più ragioni, gli consegnerà la cittadinanza onoraria.
L’eroe dell’Ignis torna al palasport, perché qui si svolgerà la cerimonia. E perché qui il consiglio comunale si riunirà e consegnerà il riconoscimento a due campioni di pallacanestro, perché oltre a Dino verrà premiato anche il playmaker dello scudetto della stella dei Roosters, Gianmarco Pozzecco. Correva l’anno ‘99, i trionfi di SuperDino a Varese risalgono a parecchi anni prima. «Se mio papà non si fosse trasferito dal Veneto a Varese, forse il mio destino sarebbe stato diverso», racconta il monumento del basket italiano. «Per questa ragione sono rimasto molto sorpreso, oltre che onorato, quando mi è stato comunicato che diventerò cittadino onorario, perché in realtà Vrese mi ha dato tanto, io ho fatto, con grande piacere, il mio dovere di sportivo ma sono debitore verso la città».
E ancora: «Qui mi sono formato, sono cresciuto, ci sono rimasto fino all’Ottanta, quando poi m mi sono trasferito a Milano».Il grande Dino racconta che «un grazie enorme va alla famiglia Borghi, è grazie al commendatore, soprattutto, se ho raggiunto grandi traguardi e io come tanti altri sono stato uno dei beneficiari nei confronti della famiglia Borghi».
L’evento avrà il sapore di una grande festa. Si svolgerà al palasport di Masnago, dove venerdì 19, di buonora, si è svolto un sopralluogo. Nonostante i capigruppo del consiglio comunale avessere dato il via libera alla proposta di Stefano Malerba, presidente del Consiglio comunale, di svolgere nel tempio dello sport la cerimonia ma anche l’assemblea civica, il “via libera” mancava ancora. «Due cittadinanze onorarie per due sportivi di uno sport che ha fatto la storia della città sono un bell’evento - dice Malerba - nel quale credo molto perché per tutti, e per i giovani in particolare, sono un insegnamento importante, sviluppano il senso di appartenenza a una comunità».
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