LA DENUNCIA
"Basta a degrado e prostituzione"
Tra Biumo e le stazioni, in via Carcano un comparto abbandonato trasformato in rifugio per disperati, "donnine" e spacciatori. I residenti e i commercianti tra esposti e proteste
Il piccolo incendio che ha causato tanto trambusto l’altra sera a Biumo Inferiore ha contribuito a squarciare il velo su una situazione di degrado e abbandono ai limiti della sopportazione.
«Qui per un certo periodo abbiamo visto donnine andare e venire, abbiamo visto materassi gettati nel verde e crediamo che in alcuni momenti vi sia anche spaccio. Di certo, ogni notte l’intera grande area viene popolata da persone senza fissa dimora, che hanno scelto questi capannoni per dormire e che all’alba se ne vanno. Troviamo di tutto, dai preservativi a ogni genere di immondizia». La denuncia è di una coraggiosa esperta di benessere, Pierangela Milani, che lavora nella zona di via Carcano, a due passi dall’incrocio con via Tonale e via Casula, a due passi dalla stazione Nord. «Ho fatto tre esposti, vigili e assessore sono venuti a vedere la situazione della zona, ma poi nulla è cambiato, da anni combatto con questa situazione. Pago le tasse e l’affitto - dice la titolare di Estetica Live - però mi chiedo perché io e le tante persone che abitano vicino debbano convivere con sporcizia, giovani che scavalcano cancelli e recinzioni e bivaccano, fanno rumore e si pestano, con l’immondizia spesso bruciata, con la sensazione di poca sicurezza, noi che pensiamo solo a lavorare o a vivere in famiglia in una zona a due passi dal centro eppure dimenticata. Povera Varese, rivogliamo la nostra città giardino!».
Il comparto è abbandonato da molti anni ed è formato da una serie di capannoni vuoti. Passando lungo via Carcano, la strada che da Biumo scende verso le stazioni, basta gettare l’occhio all’interno di una delle tante finestrelle rotte per accorgersi del passaggio di persone in cerca di un riparo per la notte. Sul retro del grande edificio, poi, una vasta area verde divenuta un bosco, tagliata a fasi cicliche ma ricresciuta all’inverosimile. Sul retro del complesso, guardando dall’alto, si riconosce il percorso, il camminamento dell’erba e degli arbusti schiacciati dal passaggio delle persone senza volto che cercano riparo, la sera. «C’era un viavai strano per donne e uomini, tempo fa, e ora di molti uomini che dormono là dentro - spiegano le persone che lavorano e abitano nella zona - Per carità, magari non fanno nulla di male, ora, ma la loro presenza non contribuisce a dare una sensazione di serenità e sicurezza».
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