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Bitcoin: per il principe saudita bin Talal farà la fine di Enron
Anche il 'lupo di Wall Street' mette in guardia su criptovaluta
New York, 23 ott. (askanews) - Il dibattito su Bitcoin si intensifica. Nello schieramento di chi crede che la criptovaluta sia destinata a implodere si è aggiunto anche il principe saudita Alwaleed bin Talal, la cui Kingdom Holding ha partecipazioni in gruppi americani come Citigroup, JP Morgan, Twitter e Lyft.
In una intervista a Cnbc, il miliardario ha detto che la valuta digitale probabilmente "un giorno imploderà. Credo sia una Enron", gruppo energetico finito in bancarotta nel 2001 e simbolo di uno scandalo di bilancio truccati. Per lui Bitcoin "non ha senso. Non è regolato, non è sotto controllo né sotto supervisione" da parte di alcuna banca centrale.
Bin Talal è dunque d'accordo con Jamie Dimon, il Ceo di JP Morgan convinto che la criptovaluta sia una "frode". A questo filone di pensiero si è unito anche il Ceo di Blackrock, Laurence Fink, secondo cui Bitcoin è un "indice del riciclaggio del denaro". Sulla stessa linea si è schierato anche Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates ossia del più grande hedge fund al mondo.
Anche Jordan Belfort, l'uomo che ha ispirato il film del 2013 "The Wolf of Wall Street" di Martin Scorsese con Leonardo di Caprio, ha dubbi. Dalle pagine del Financial Times ha consigliato di stare alla larga dalle offerte iniziali di moneta virtuale (initial coin offering, Ico), diventate la principale fonte di raccolta fondi per progetti costruiti sulla tecnologia blockchain. Secondo lui "i promotori di Ico stanno perpetuando una frode immensa di massimo grado su tutti".
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