PIAZZA REPUBBLICA
Bivacco senza fine
Le scale del teatro trasformate in bar a tutte le ore, con bottiglie e rifiuti abbandonati. «Ma la situazione è già migliorata»
Le scale del teatro e l’androne diventano una sorta di bar all’aperto. Non un posto da happy hour e abiti firmati, ma un luogo dove a seconda delle ore si ritrovano ragazzi (nel primo pomeriggio) e poi adulti, di solito stranieri, spesso nordafricani. Mai dopo le 20, pare. All’ora di cena le scalinate il ferro che circondano il teatro vengono abbandonate. Rimangono le tracce dei passaggi e dei bivacchi. Bottiglie di birra, soprattutto, sparse lungo le scale in ferro fino agli ultimi gradini, anche se la maggior parte dell’immondizia è raccolta in alto, sulla piattaforma davanti all’uscita di sicurezza , sotto il tetto della struttura. Da quel punto si domina l’intera piazza ma difficilmente si viene visti da chi passa a piedi per l’area e men che meno se qualcuno transita in auto. Un punto di osservazione privilegiato, insomma, mentre si scolano bottiglie di vodka, vino o l’immancabile birra. L’apertura al pubblico del parcheggio (un tempo erano spazi affittati e l’accesso era regolato da una sbarra) ha portato più viavai ma non ha modificato di molto l’abitudine di salire le scale e sedersi lì invece che ai tavolini di un bar o semplicemente in piazza o in altre parti del centro. Davvero nulla è cambiato, dopo l’ordinanza antibivacco (scaduta) l’entrata in vigore del nuovo Regolamento di Polizia urbana e il maggiore controllo della piazza da parte delle forze dell’ordine? «Non non si può dire che nulla sia cambiato, la situazione è migliorata anche se sulle nostre scale di emergenza è rimasta l’abitudine di passare il tempo, da parte di molti - dice il direttore del teatro, Filippo De Sanctis - Noi facciamo la nostra parte, per cercare di pulire a dovere, e molto fa anche l’Aspem con passaggi costanti, ma soprattutto ora che l’attività del teatro è praticamente ferma, nonostante uffici e biglietteria siano aperti, diventa difficile concentrarsi quotidianamente su ciò che viene lasciato all’esterno».
© Riproduzione Riservata