LUGANO
Boetti e Salvo: lavorando e giocando
Alle due mostre da tempo in corso al Masi Lugano, dedicate all’opera della surrealista Meret Oppenheim e a quella del grande fotografo britannico Craigie Horsfield, si è aggiunta una terza rassegna tutta italiana: «Boetti/Salvo. Vivere lavorando giocando». Curata da Bettina Della Casa, la mostra intende indagare il rapporto intellettuale e di amicizia intercorso tra due maestri d’ambito concettuale, Alighiero Boetti (1940–1994) e Salvo (1947–2015), nella Torino dei tardi anni Sessanta, quando «giocare» con l’arte era in realtà attività rigorosa e avvincente.
Entrambi gli artisti, che condivisero dal 1969 al 1971 lo studio torinese, si trovarono ad operare nella vitale temperie dell’Arte povera ispirata dal critico Germano Celant, alla quale l’evento di Lugano dedica inoltre, nell’adiacente Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, l’esposizione «Torino 1966-1973» con storiche presenze che vanno da Giovanni Anselmo a Gilberto Zorio.
Il percorso espositivo di «Boetti/Salvo» offre circa centocinquanta opere (fondamentale l’apporto degli archivi Alighiero Boetti di Roma e Salvo di Torino), da cui emerge come entrambi «si interroghino, pur con modalità diverse, sulla rappresentazione del sé, sulla loro identità di individui e di artisti mantenendo sempre fisso lo sguardo sulla complessità del reale (Boetti) e sul mistero dell’arte (Salvo)». Nelle prime sezioni sono trattate tematiche quali «Immagine del sé», «Fare frasi», «Tautologie», «Pensare il tempo» e «Mappe», in cui le opere dei due artisti dialogano direttamente.
Con il trasferimento di Boetti a Roma nel 1972 si determina un progressivo forte distacco nel lavoro dei due maestri, visibile nella seconda parte della mostra con titolo «Infinita varietà del tutto». È noto come Salvo, da metà anni ’70, abbandoni i lavori fotografici di matrice concettuale, le lapidi e i ricami con iscrizioni spesso venati d’ironia, per dedicarsi quasi esclusivamente alla pittura di magici paesaggi con riferimenti storici, mentre Boetti prosegua in prevalenza nella pratica concettuale attraverso la proliferazione e la delega facendo ricorso ad assistenti, collaboratori e artigiani (per tappeti), nella realizzazione delle opere, spesso concepite in serie, cicli o varianti.
Una rassegna da non perdere, utile anche per comprendere quanto debbano a loro molti artisti postconcettuali del ventunesimo secolo.
«Boetti/Salvo. Vivere lavorando giocando» - Lugano, Lac, piazza Bernardino Luini 6, sino al 27 agosto da martedì a domenica ore 10-18, giovedì 10-20, ingresso 15/10 euro, info 004158.8664230.
«Torino 1966-1973» - Lugano, Spazio -1 Collezione Olgiati, Lungolago Riva Caccia 1, sino al 23 luglio da venerdì a domenica 11-18, ingresso gratuito.
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