UN ESODO
Boom di frontalieri verso il Ticino
Sfondata quota 65mila: più 5 per cento nell’ultimo anno
In Canton Ticino le stanno provando tutte per provare ad arginare l’aumento del numero di frontalieri, ma i dati che emergono descrivono come, in realtà, stia succedendo il contrario. Ecco perché, forse, la Svizzera sta cercando di accelerare la chiusura dell’accordo con l’Italia in cui verranno modificati anche i trattamenti fiscali dei lavoratori italiani pendolari con la Svizzera. Un accordo che, tuttavia, a Palazzo Chigi si guardano bene dal siglare, soprattutto alla vigilia delle elezioni Politiche.
Tornando al tema dei frontalieri, è notizia di ieri, giovedì 2, la continua crescita di chi cerca e trova lavoro in Svizzera: nel terzo trimestre, infatti, in tutta la Confederazione erano pari a 317.051. Lo rivela l’Ufficio federale di statistica che sottolinea come, rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, l’incremento è del 2,8%. Ancor più interessante per le nostre latitudini è il dato del Canton Ticino e dei Grigioni, dove la crescita è quasi il doppio della media nazionale. Nel cantone di lingua italiana, infatti, da luglio a settembre si sono registrati 65.184 frontalieri. E l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2016 è addirittura del 4,9%. Mentre nei Grigioni i frontalieri sono 6.125, il +4,6% in più rispetto al terzo trimestre del 2016.
Il numero si può leggere con svariate sfaccettature: da un lato può essere positivo perché significa che in Canton Ticino si creano ancora posti di lavoro e, in parte, ciò può essere legato alla crescita dell’euro e del dollaro sul franco svizzero, che ha migliorato l’appetibilità estera dei prodotti elvetici. Dall’altro lato ciò significa che, evidentemente, sempre più italiani cercano lavoro oltre il Gaggiolo e che, quindi, il Varesotto perde manodopera e, forse, la ripresa economica non è così eccezionale come talvolta la si descrive.
Risultato: nel 2003 i frontalieri italiani in Canton Ticino erano sotto le 40.000 unità, oggi superano i 65.000. Al contrario, i frontalieri austriaci e tedeschi sono rimasti pressoché stabili o in lieve aumento, mentre con la Francia il boom è stato esorbitante: in 15 anni si è passati da 86.000 a 171.000. Un esodo.
A far da traino, come avviene ormai da qualche anno, è il settore terziario: in Canton Ticino vi sono impiegati 41.181 lavoratori frontalieri, il 7,1% in più rispetto al terzo trimestre del 2016. Nel secondario sono 23.495, con un incremento dell’1,4%. Calo invece nel primario: -3,3% a 509.
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