IL CASO
Bortoluzzi si dimette
«Deluso dalla gestione di Galimberti. Sul Molina avrebbe potuto e dovuto rimuovere il Cda»
«Dimissioni irrevocabili».
Il notaio Andrea Bortoluzzi se ne va dal Consiglio comunale dov’era stato eletto coi voti della Lista Galimberti.
La decisione è stata già comunicata dal diretto interessato e protocollata a Palazzo Estense, nella giornata di oggi, mercoledì 26 ottobre.
Una giornata difficile per la giunta capitanata da Davide Galimberti, sott’attacco anche nel suo partito per gli sviluppi del caso Molina.
Proprio sul caso Molina, per Bortoluzzi, s’è incrinato il rapporto fiduciario col sindaco.
«Come in certi matrimoni - spiega il notaio - capitano i blackout nei rapporti. Sul Molina è noto che, studiate a lungo le carte, il sindaco avrebbe potuto revocare il Cda. Non basta proclamare la trasparenza amministrativa se poi non si ha il coraggio di dare seguito anche a scelte coerenti coi propri propositi».
Dunque già dalla serata di giovedì 27 ottobre, quand’è previsto il Consiglio comunale, Bortoluzzi sarà assente.
«Lascio il posto ai giovani (l’avente diritto al subentro è Maria Paola Cocchiere, ndr) con la consapevolezza che quella in voga a Palazzo Estense è una politica vecchia».
«La dimostrazione più eclatante? In questi quattro mesi - dice Bortoluzzi - il diktat del sindaco a farci votare per Stefano Malerba, presidente del Consiglio comunale, con la rassicurazione che ciò non era affatto dovuto a patti elettorali preesistenti. Invece questi patti ci sono stati e continuano a esserci e ne abbiamo avuto chiare dimostrazioni. E poi ci sono state situazioni tecniche e amministrative che non mi sono piaciute: dalla mancanza di un tecnico che seguisse l’area vasta di mia competenza, alla bocciatura del progetto sui semafori che riguarda la sicurezza dei cittadini, alla gestione delle società partecipate dal Comune».
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