VIOLENTI ALLO STADIO
Botte nel derby, in arrivo i Daspo
Indagini sui filmati e linea dura. Il giudice sportiva lascia a casa il pubblico del Varese contro la Pro Sesto
Due tifoserie unite soltanto da un odio reciproco che dura da anni. Una partita di calcio del campionato di serie D che si trasforma nell’occasione per dare sfogo ad antichi rancori. E una domanda su tutte: viste le premesse “storiche”, non si poteva evitare quanto avvenuto domenica 10 settembre, in occasione di Varese-Como, quando gruppetti di ultrà si sono scontrati sugli spalti?
«Si è dato credito e fiducia alle tifoserie - spiega il prefetto Giorgio Zanzi - ma, a parte questo spiacevole episodio all’inizio, tutto è poi andato bene. Purtroppo ci sono situazioni di imprevedibilità che non sempre possono essere ipotizzate prima».
Gli ultras del Varese si trovavano nei Distinti; quelli del Como, arrivati in seicento, in Curva Sud: fra i due settori, uno spicchio di gradinata lasciato vuoto proprio per creare un’area cuscinetto, che però nel giro di pochi minuti si è trasformato nel terreno di scontro, dopo che tifosi di entrambe le squadre hanno scavalcato le barriere.
In molti si sono chiesti perché quello spicchio di gradinata non fosse presidiato dalle forze dell’ordine: dalla Questura spiegano che è competenza della società e che, in questo contesto, non è prevista la presenza di forze dell’ordine sugli spalti.
Lo stesso prefetto rimarca che «lì dovevano esserci gli steward ma non è facile nemmeno per loro intervenire in certi contesti. Anzi, in questo caso hanno fatto tutto ciò che potevano».
Zanzi assicura la massima severità nei provvedimenti: «Ora la prima preoccupazione deve essere quella di identificare i responsabili e sanzionarli con il Daspo (ossia il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, ndr).
Un fatto simile non può rimanere impunito. Non è stato un bello spettacolo né tanto meno edificante: purtroppo non si riesce a eliminare la rivalità tra le due tifoserie, che arriva a sfociare anche in episodi come quello di domenica. Poche persone non possono mettere a rischio la partecipazione di tutti gli altri a quello che è un appuntamento di sport e divertimento».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il questore di Varese, Giovanni Pepè.
«La Polizia di Stato - spiega - lavora prima allo stadio, compie le attività a cui è preposta, e poi consegna l’impianto agli steward. E gli steward hanno fatto bene la propria parte, intervenendo subito. Senza voler minimizzare né ingigantire, si è trattato di un episodio contenuto: certo, sarebbe meglio che fatti simili non capitassero».
Intanto sono in corso le indagini da parte della Digos della Questura per arrivare a individuare i responsabili dei tafferugli e ricostruire l’esatta dinamica: in base ai primi riscontri, tutto è iniziato quando un comasco ha scavalcato la barriera e si è diretto verso lo spazio riservato ai varesini, che a loro volta hanno superato il divisorio interpretando il gesto come una sfida a viso aperto.Era previsto, inevitabile, scontato. E la decisione è arrivata già il giorno dopo i fatti di domenica pomeriggio perché domani si tornerà in campo per il quarto turno (infrasettimanale) del campionato di serie D.
“FRANCO OSSOLA” SENZA PUBBLICO
Quanto accaduto l’altro ieri a Masnago avrà - come sempre, purtroppo - conseguenze non soltanto per coloro che hanno causato gli incidenti ma anche per tutto il resto della tifoseria. D
ifatti, il giudice sportivo della Lega Nazionale Dilettanti, Aniello Merone, ha punito le due società coinvolte con il provvedimento disciplinare consueto in casi del genere: Varese e Como dovranno giocare la prossima partita casalinga a porte chiuse, dunque senza pubblico sugli spalti a parte pochi addetti ai lavori.
Per la squadra di Salvatore Iacolino - che domani sarà impegnata in trasferta a Casale Monferrato - la “sentenza” scatterà domenica prossima, quando in un “Franco Ossola” praticamente deserto sarà di scena la Pro Sesto; invece la compagine lariana di Antonio Andreucci dovrà scontare il turno senza pubblico già domani, quando allo stadio “Giuseppe Sinigaglia” arriverà l’Arconatese.
Identica la sanzione ma non l’ammenda: 1.800 euro per il Varese, 2.500 euro per il Como.
Le motivazioni sono pressoché sovrapponibili: «per aver propri sostenitori scavalcato le recinzioni che delimitavano il loro settore per entrare in contatto con la tifoseria avversaria dando luogo a scontri che rendevano necessario l’intervento delle forze dell’ordine e la sospensione della gara per circa 4 minuti; per aver introdotto ed utilizzato materiale pirotecnico (alcuni fumogeni) che veniva lanciato all’indirizzo della tifoseria avversaria; sanzione così determinata in considerazione del materiale pirotecnico utilizzato a cagionare danni all’integrità fisica dei presenti».
Nel paragrafo riferito al Como la motivazione è parzialmente differente in questo punto: «per avere propri sostenitori introdotto ed utilizzato materiale pirotecnico (1 bomba carta) fatto esplodere nel settore ad essi riservato con forte deflagrazione e lanciato alcuni fumogeni all’indirizzo della tifoseria avversaria».
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