IL CASO
Botte per i gatti al cimitero
Spintoni e insulti ai volontari che accudiscono i mici accanto al camposanto di via Lonate. Una convivenza sempre più difficile
Loro, i volontari dell’Apar, mettono davanti l’amore per gli animali (in questo caso i gatti) alle leggi che tutelano il servizio che svolgono, sfamandoli e proteggendoli. Gli altri, cioè alcuni parenti che frequentano il cimitero di via Lonate e non gradiscono trovare felini, gabbie, ciotole e croccantini in mezzo alla siepe vicino alle tombe, ritengono questa convivenza assurda, poco rispettosa né igienica, invitando a spostare gli ospiti altrove. Fatto sta che l’altro giorno il confronto fra le parti è finito a spintoni e insulti.
Forse è solo un problema dovuto a mancanza di informazione, oppure di educazione, ma risulta difficile eliminare pregiudizi che dovrebbero ormai essere superati. Anche l’Italia si è ormai allineata ai Paesi più progrediti in tema di tutela degli animali. Ma nella vicenda legata al camposanto della città, si arriva a percorrere una linea sottile fra diritti e sensibilità reciproche. Certo però risulta incomprensibile quanto è successo qualche giorno fa in via Lonate, quando i volontari che seguono la colonia sono stati insultati e strattonati.
Fatto sicuro è che in Italia esistono delle precise norme di legge che disciplinano la presenza dei gatti in certi contesti urbani. «Le colonie chiuse - precisa Jonny Faggion, presidente dell’Apar, considerata come rifugio di competenza - non sono pericolose e non danneggiano. In Lombardia la loro presenza in ambito urbano è disciplinata dalla Legge 33 del 2009, conosciuta e applicata in tutti i Comuni». «I felini appartengono a colonie a numero chiuso -interviene la responsabile Anna Gagliardi - e tutti sono debitamente controllati, vaccinati e sterilizzati. Inoltre, risultano dall’Asl». Così «le persone che sono state aggredite, verbalmente e a spintoni, sono volontari preparati e da noi giudicati affidabili. Erano nel pieno delle loro funzioni e tali atti sono esecrabili».
Di fatto, i momenti di tensione dell’altro giorno non sono un episodio raro e arrivano dopo mesi di confronto a suon di discussioni e cartelli apposti (ma precipitosamente tolti per evitare denunce) dove stazionano i mici. E il faccia a faccia, sempre più spigoloso, continua.
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