Burqa vietato, è guerra politica
L’ira di Lattuada: «Una proposta ridicola, io ci coprirei certi politicanti»
A leggere la proposta di modifica di regolamento fatta da Lega e Forza Italia - che vieta il burqaalla stregua di tutti gli altri «pericolosi» travisamenti del volto - a lui ribolle il sangue. Perché chi l’ha detto che Checco Lattuada, identificato come uomo di estrema destra, debba essere d’accordo? «Infatti non lo sono e ritengo questa iniziativa una cagata pazzesca», afferma il consigliere comunale ormai confluito nella nuova lista civica Busto Grande, realtà che non si fa più problemi a fustigare la maggioranza.
E allora Lattuada va giù pesante: «Certe iniziative, che hanno tutta l’aria di essere misere sparate utili solo a intercettare qualche voto, mi fanno venire voglia di presentare una mozione opposta». Vale a dire «rendere il burqa obbligatorio, perché forse, con tante brutte facce di politici che ci sono in giro, qualcuna non saremmo costretti a vederla».
A suo parere, d’altronde, «il fatto di mettersi ad elaborare uno stratagemma per ribadire il proprio no al velo integrale, non è altro che una sorta di campagna elettorale anticipata, per qualcuno incoerente». Tant’è che nel suo mirino finisce soprattutto il forzista Enrico Salomi, che con qualche padano è il proponente dell’istanza: «Perlomeno il leghista Francesco Speroni(l’altro firmatario assieme alla collega di movimento Isabella Tovaglieri, ndr) queste battaglie le fa da sempre, anche quando non c’era tutta questa foga di dimostrarsi anti-islamici. Invece i berlusconiani, quegli stessi che hanno edulcorato la mia iniziativa per difendere la famiglia naturale perché la ritenevano troppo azzardata, non possono scadere in questa bassa politica che parla alla pancia delle persone. Mi fa ribrezzo vedere che, pur di farsi paladini della sicurezza, vanno a inventarsi una proposta inutile».
Inutile, appunto, «poiché non solo io che giro per il territorio riesco a scorgere un’islamica col velo al massimo una volta al mese, ma soprattutto perché non sono così stupido da pensare che un terrorista, tanto per non dare nell’occhio, si copra in quella maniera quando deve compiere un attentato. Non scherziamo, quelli di Parigi erano nati in Francia e per molti aspetti occidentalizzati».
Lattuada sul tema è una furia: «Mi danno del razzista tante volte, ma non hanno mai capito niente. Io sono un difensore delle identità culturali e il burqa le rappresenta in pieno. Certe norme per evitare eccessi ci sono già, non c’è bisogno di studiare cervellotiche formule di divieto».
A rincarare la dose arriva anche Antonello Corrado, pure lui fra gli elementi di spicco di Busto Grande, pure lui spietato con il centrodestra: «A leggere certe stupidate mi faccio una risata. Se fossi uno dell’Isis non indosserei mai il velo per fare un atto terroristico e, se anche questo accadesse, non è certo la multa che mi vogliono dare Lega e Forza Italia il problema visto che il mio obiettivo è farmi esplodere». Così ironizza: «Proprio una bella delibera quella che hanno elaborato, una priorità di cui non potevamo fare a meno. I cittadini non vedono l’ora che entri in vigore».
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