VERSO LE ELEZIONI
Caianiello: "Marantelli sindaco di Varese"
Nino Caianiello, uomo di Berlusconi a Varese, lancia una proposta "indecente": il sostegno di Forza Italia ad una lista civica guidata dall'onorevole varesino. Un patto del Nazareno in chiave locale, ed è già polemica
Nino Caianiello, presidente onorario e fondatore di Agorà, componente dominante berlusconiana. Dov’è finita Forza Italia, in provincia di Varese?
«Forza Italia ha rappresentanti che varcano i confini provinciali, a cominciare da Lara Comi e Luca Marsico. Dietro a loro una schiera di amministratori pubblici e di iscritti che hanno maturato un’esperienza importante in ruoli di prestigio. Forza Italia c’è».
Però è al traino di Agorà. Ci sbagliamo?
«Diciamo che oggi ha preso piede un modo nuovo di organizzare il consenso sul territorio. I partiti si trasformano sempre più in comitati elettorali e avere al fianco associazioni che captano e trasmettono risposte alle esigenze collettive è positivo. Accanto a Forza Italia, Agorà ha questo compito».
Tutti sanno che è lei, Caianiello, a dettare la linea. Lo smentisce?
«Guardi, Forza Italia ha un suo direttivo che decide. Ci mancherebbe. Per quanto mi riguarda, nel corso degli anni ho maturato un’esperienza legata al territorio. Facile che il sottoscritto venga preso come punto di riferimento per il dialogo e il confronto politico. Poi, come in tutte le cose, ci sono i pro e i contro».
Dicono che è lei che comanda.
«Il mio ruolo provoca inevitabilmente il diffondersi di leggende metropolitane. Ma anche di invidie legate a miserie personali e alle ambizioni di qualcuno che in molti casi non ha i numeri per emergere».
E allora, che direzione ha preso Forza Italia, qui da noi?
«Ribadisco: le linee politiche le decide il direttivo. Penso però abbia un compito preciso: tenere unito il centrodestra, sebbene non sia più il partito di maggioranza relativa. Agorà deve invece fare in modo che la gente si riavvicini alla politica. Per questo, pur non avendo lanciato noi l’idea per primi, riteniamo che per le prossime amministrative sia indispensabile scegliere coalizione e sindaco attraverso le primarie».
Vecchio refrain, per il quale la Lega Nord non ci sente. Dunque?
«Per stabilire i candidati a sindaco dobbiamo innanzitutto definire una coalizione. Per questo occorre mettersi attorno a un tavolo e tracciare un percorso politico. Solo dopo, all’interno della coalizione, si scelgono le persone».
Cioè, con le primarie?
«È necessario cinvolgere l’elettorato. Vede, non è tanto importante l’appartenenza quanto la condivisione».
A Lara Comi, vostra coordinatrice provinciale, Roberto Maroni avrebbe offerto i candidati a sindaco di Busto Arsizio e Gallarate in cambio di un leghista a Varese. È vero?
«So che ne hanno parlato. Ma sottolineo di nuovo che non esistono preclusioni per uomini o donne della Lega Nord a patto che si passi attraverso le consultazioni per urne. Serve un metodo anche per sopperire alla carenza di rappresentatività. Oggi non c’è, come ci fu a Milano, un uomo dell’autorevolezza di Aldo Aniasi. Ci sono tante persone di buona volontà che hanno aspettative personali. Il problema non è vincere le elezioni, ma essere capaci di amministrare».
Intanto, proprio lei, Caianiello, ipotizza un dialogo col Partito democratico. C’è qualcosa di concreto o tenta solo di condizionare la Lega Nord?
«Stiamo assistendo alla proliferazione delle liste civiche. Il dilemma è capire se sia il candidato sindaco ad unire la coalizione o se invece deve essere la coalizione a individuare il candidato sindaco».
Concetto piuttosto ermetico.
«Ma no, il mio sforzo è di far sì che sia una coalizione a individuare i capitani delle squadre. Ma se il capitano non è condiviso può anche essere che si decida di andare da un’altra parte».
Fino ad arrivare a una alleanza innaturale col Pd?
«Dipende dalla proposta. Faccio un esempio. Per Varese il Pd potrebbe sempre spendere il nome di Daniele Marantelli. Bene, se è nel segno di una lista civica non avremmo preclusioni ad appoggiarlo. Se invece la proposta rimanesse legata al partito di provenienza, dovremmo pensarci bene».
Non ci dica che questo vostro atteggiamento non è funzionale a tenere la Lega sulla corda. Non le crederemmo.
«Certe tattiche le lasciamo volentieri a Raffaele Cattaneo, segretario Ncd, che di queste è un maestro. Noi auspichiamo che la Lega Nord, in quanto primo partito, non abbia nulla da temere nel prendersi l’onere di formare una coalizione. Ho letto di poker di candidati, nomi espressi dal Carroccio. Secondo me si fa un torto a queste persone buttandole senza rete nella mischia. Si faccia prima una coalizione e poi si facciano i nomi. Non c’è alcun pregiudizio, ma il metodo dell’imposizione non possiamo accettarlo».
Caianiello, la legge del “qui comando io” non decade mai in provincia di Varese.
«Il nodo è un altro: il rispetto dei patti. Se succede come a Saronno, dove si concordano certi passaggi e poi accade altro, non credo che con la Lega si possa andare lontano».
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