VERSO IL DERBY
Caja: «Milano-Varese da brividi»
Il doppio “ex”: «Ci sarà da divertirsi, le motivazioni fanno tanto. Varese può mettere in difficoltà l’EA7»
Attilio Caja si aspetta una edizione ricca di emozioni del derby tra Milano e Varese a dispetto di un pronostico tutto a favore dell’ EA7. In vista del match di domenica 16 ad Assago il coach pavese, ex di entrambe le panchine (dal 2002 al 2004 e nel 2007-08 all’Olimpia; 11 gare nel 2014-15 all’ Openjobmetis traghettando alla salvezza i biancorossi con 6 vittorie), batte sul tasto delle motivazioni e della possibilità di giocare a mente sgombra per spingere la squadra di Moretti a dare il massimo: «Milano ha appena inaugurato il tour de force del doppio impegno tra campionato ed Eurolega, cosa che cambia completamente il ritmo del lavoro. Varese invece è reduce da una bella vittoria, e ha potuto migliorare condizione e meccanismi per tutta la settimana. Sarà sfida affascinante da affrontare senza pressione, inoltre gli stranieri sentono molto la sfida contro chi disputa l’Eurolega: sono le condizioni ideali per giocare a mente sgombra».
Dunque si aspetta una partita combattuta?
«Sarà partita vera e divertente, visto che entrambe le squadre utilizzano un ritmo abbastanza elevato: Varese può contare sull’intesa tra Maynor ed Eyenga, la fisicità di Anosike, l’atletismo di Pelle e le qualità balistiche di Johnson oltre ad un roster profondo. Le condizioni per provare a giocarsela ci sono, ma molto dipenderà dall’atteggiamento di Varese. L’EA7 è fortissima, ma non credo che riuscirà a vincere 30 partite su 30: se anche dovessero sbagliare una gara all’anno devi essere pronto ad approfittarne».
Qualche rammarico per la chiusura anticipata del rapporto con Varese che è ripartita da due giocatori che lei conosce benissimo?
«Naturale che ci sia, soprattutto nel rivedere Maynor ed Eyenga dai quali si sperava di poter ripartire già la scorsa estate. Però di quei tre mesi conservo solo ricordi positivi, per l’apprezzamento che ho ricevuto da tutto l’ambiente e per i rapporti che restano tuttora con Max Ferraiuolo, Alberto Castelli e Monica Salvestrin. Sono convinto che Maynor potrà dare tantissimo: Eric non è mai stato un grande atleta, anche quando arrivai io fece un po’ fatica all’inizio, ma ha un mix di qualità di indiscutibile valore. Conosce il gioco, è un leader, ha doti incredibili di passatore e non si può battezzarlo al tiro perché ti può punire dall’arco».
Come giudica l’arrivo di Claudio Coldebella che è stato capitano della sua Olimpia e poi suo assistant coach?
«Claudio ha compiuto tutti i percorsi sportivi possibili per raccogliere una gamma completa di esperienza. Il suo bagaglio di conoscenze e relazioni interpersonali anche a livello internazionale aiutano moltissimo, e non solo nella capacità di scegliere i giocatori sul mercato. La sua presenza e quella di Toto Bulgheroni danno a Varese una credibilità riconosciuta sia in Italia che all’estero».
Quali sono le prospettive stagionali per l’Openjobmetis?
«Dietro Milano ci sono Avellino, Venezia e forse Reggio Emilia, ma dal quinto posto in giù e corsa aperta, e anche Varese può sognare: se Trento e Torino possono correre per i playoff, l’Openjobmetis non ha nulla da invidiare a queste realtà. E la Champions League potrà essere d’aiuto: giocare due volte alla settimana è un vantaggio perché permette di rodare più in fretta i meccanismi, e soprattutto per i giovani sarà una ottima palestra di crescita».
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