SERIE A
Caja prepara il “nuovo corso”
La Pallacanestro Varese del futuro nasce dal lavoro del tecnico, di Coldebella e Bulgheroni. «I giocatori che conoscono la storia di Varese dimostrinocoi fatti quanto conta giocare qui. Pelle, se resta, crescerà ancora»
Attilio Caja condivide con il suo gruppo di lavoro il ruolo di frontman della campagna abbonamenti 2017-18 della Pallacanestro Varese. Il tecnico pavese è al momento l’unica certezza a 5 giorni dall’apertura della vendita delle tessere stagionali: «Oltre a me c’è il gruppo di lavoro composto da Toto Bulgheroni e Claudio Coldebella che quest’anno ha dato la svolta e ha garantito che nel 2017-18 ci sarà ancora una Pallacanestro Varese in serie A, il vero bene supremo per questa città. Se poi che ci sia ancora io può essere il segnale che le cose saranno fatte con serietà e abnegazione, ne sarò felice e ringrazierò la gente che riempie sempre il PalA2A».
Dunque il calore del pubblico è una certezza, nonché uno stimolo forte per gli italiani…
«Qui la gente dà, sia in termini di entusiasmo e calore, che concretamente nell’acquistare l’abbonamento: mi piacerebbe che gli italiani che conoscono la storia di Varese, sia chi arriva che chi resta, dimostrassero con la sostanza e non a parole la gratificazione di giocare per questo club. Sposo completamente la politica del club: ognuno faccia le scelte che ritiene più opportune, ma qui i giocatori debbono prima dare e poi prendere».
Che volto vuole dare alla Varese 2017-18?
«Non saranno importanti le caratteristiche tecniche dei giocatori, quanto le motivazioni, la voglia di emergere e la solidità mentale che ho condiviso con Bulgheroni e Coldebella; nessun dubbio sulla loro bravura ad ottimizzare le risorse, toccherà poi a me trovare il modo di rendere sinfonica l’orchestra».
Quale profondità vuole dare all’organico e quale formula di composizone del roster sceglierebbe?
«Al di là dei 2 o 3 elementi che rappresenteranno la spina dorsale del roster, se il gruppo è omogeneo e tutti partono dallo stesso livello si può arrivare anche a quota 10 elementi. Sicuramente non saranno 12 come nel 2016-17, anche nell’ottica di dare impulso al vivaio dando la possibilità ai nostri giovani di ritagliarsi concretamente un piccolo spazio in prima squadra. La formula? Con Avramovic e Pelle il 3+4+5 è obbligatorio; Norvel è cresciuto tanto, la cosa importante è che sa ascoltare e un altro anno di scuola gli può solo far bene. Se resterà ritengo che lui possa ricavare più da me che io da lui».
Capitolo conferme: c’è qualcuno per il quale sarebbe disposto a fare sacrifici particolari?
«Se vincessi alla lotteria confermerei almeno 8 decimi del roster per migliorare il quinto posto del ritorno, ma è normale che dopo l’ottimo finale ci sia chi ha mire diverse e vuole capitalizzare. Vale la pena aspettare a lungo, magari fino ad agosto, i protagonisti di quest’anno, o dobbiamo guardare altrove sin d’ora? Solo Milano può condizionare il mercato, gli altri club debbono subirlo; la differenza la farà la capacità di essere dinamici e flessibili sulle situazioni che ci si presenteranno di fronte».
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