IL CASO
Campiotti accolto dai palloncini
Dopo la sospensiva del Tar, il numero uno del Molina accolto da striscioni e abbracci
Baci, abbracci, telecamere, striscioni alle finestre, palloncini colorati e un ritornello ripetuto fino allo sfinimento: «Bentornato presidente!».
Dopo quasi tre mesi di commissariamento della casa di riposo, Christian Campiotti ha varcato ieri, venerdì 17 febbraio, i cancelli della Fondazione Molina in un clima da sagra di paese, accolto dai dipendenti e dagli ospiti che lo hanno accompagnato fino al suo ufficio con una sorta di processione laica, tra lenzuola appese all’esterno dei padiglioni e contrappuntate da cuori e fiori dipinti.
Un ritorno ostentato, ma senza dichiarazioni. Nessun commento all’ordinanza del Tribunale amministrativo regionale, che ha reso inefficace (in attesa del giudizio di merito annunciato per il 10 ottobre) la delibera con cui l’Agenzia di tutela della salute aveva esautorato Campiotti e con lui l’intero consiglio d’amministrazione.
Le accuse di presunte irregolarità nella gestione del patrimonio dell’istituto, dopo il prestito obbligazionario per 450mila euro concesso a una società collegata all’emittente televisiva Rete 55, non sono cadute. E neppure le polemiche politiche attorno alla vicenda sono state archiviate.
Ma il “caso” Molina esce profondamente ridimensionato dal primo round giudiziario.
I magistrati della terza sezione del Tar hanno allontanato dal Molina il commissario Carmine Pallino, accogliendo il ricorso degli amministratori esautorati il 25 novembre scorso dal direttore generale dell’Ats dell’Insubria Paola Lattuada.
Le autorità sanitarie hanno subito annunciato a loro volta un ricorso al Consiglio di Stato, che tuttavia difficilmente aprirà il fascicolo prima della nuova sentenza, questa volta di merito, del tribunale amministrativo.
«Attendiamo eventuali nuovi sviluppi - ha commentato ieri l’avvocato Stefano D’Ancona, che ha coordinato l’azione legale avviata da Campiotti e dai consiglieri d’amministrazione -. E tuttavia, dopo avere letto i contenuti dell’ordinanza del Tar, troverei davvero singolare che l’Ats varesina insistesse nell’utilizzare risorse pubbliche in questa azione».
Il dispositivo non si limita a considerare fondato il ricorso depositato da Campiotti e con lui da Alberto Aimetti, Enzo Cantoni e Leandro Ungaro, ma giudica sproporzionato il commissariamento deciso dall’Ats «con riferimento all’entità del finanziamento di cui si tratta rispetto al patrimonio della fondazione» e riafferma che la Fondazione Molina «è soggetto privato».
Non solo: i magistrati fanno riferimento anche a un «eccesso di potere per travisamento» e sottolineano che la nomina del commissario è stata decisa solo nove giorni dopo «la comunicazione di avvio del procedimento» nei confronti degli amministratori poi defenestrati senza prendere in considerazione «strumenti di minore invasività».
Non sussisterebbero dunque rischi per il futuro della casa di riposo, al cui timone da ieri sono tornati i gestori nominati dall’ex sindaco Attilio Fontana.
Sempre ieri, intanto, in viale Borri sono tornati i lampeggianti delle forze dell’ordine.
Nulla a che vedere - sembra - con la perquisizione effettuata nei giorni scorsi dalla guardia di finanza.
L’arrivo della Volante sarebbe stato invece determinato dalla presenza di due “abusivi” che hanno tentato di infilarsi nella mensa dell’istituto per rimediare la cena.
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