LA CRISI
Carapelli, tutti contro la chiusura
Corteo dei lavoratori e Consiglio comunale perto. La questione arriverà a Roma
Farsi parte attiva in tutte le sedi opportune per cercare di prevenire le conseguenze della drastica decisione annunciata dalla proprietà dello stabilimento di Inveruno, facendo leva oltre che sulla responsabilità sociale dell’azienda, anche sugli strumenti ed incentivi a propria disposizione. Sul caso della Carapelli venerdì 4 è sceso in campo tutto il mondo politico locale e nazionale, affermando di essere seriamente intenzionato a scongiurare la chiusura del reparto produttivo dello stabilimento e il licenziamento di 98 su 136 dipendenti.
Al consiglio comunale aperto organizzato alle 17 dal sindaco Sara Bettinelli al termine del corteo in cui hanno sfilato per protesta sindacalisti e lavoratori, hanno infatti presenziato rappresentati del governo così come di Regione Lombardia, intervenuti per esprimere vicinanza a chi è a rischio di licenziamento, ma anche per deplorare esplicitamente una prassi diventata sempre ormai più comune: la delocalizzazione di aziende italiane da parte di multinazionali che, una volta sfruttato il richiamo del made in Italy, spostano strategicamente la produzione al di fuori dell’Italia.
Ad accogliere il corteo formato da un centinaio di lavoratori impiegati nella sede dell’Altomilanese dell’azienda di Firenze c’erano anche l’assessore regionale all’agricoltura Giovanni Fava, il vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) e il consigliere regionale del Pd Carlo Borghetti, mentre da Roma sono invece intervenuti gli onorevoli Vinicio Peluffo (Pd) e Luca Squeri di FI-PDL, entrambi rappresentanti in Parlamento della commissione attività produttive.
«La Regione - ha detto l’assessore Fava - ha il dovere di intervenire, per quanto possibile, su una crisi produttiva e occupazionale che rischia di impattare ancora una volta sul territorio dell’Altomilanese: sono contento di poter annunciare che, grazie ad un lavoro bipartisan partito dalla mobilitazione istantanea del sindaco Bettinelli, il 17 novembre la questione sarà affrontata in un tavolo ministeriale del dipartimento crisi aziendali del governo».
«Come sindaco ho sempre tenuto i canali aperti con Carapelli - gli ha fatto eco il primo cittadino di Inveruno, Bettinelli - e ora è mio preciso dovere pormi quale interlocutore sia con Regione Lombardia che con lo Stato centrale». Dopo la mozione votata dal consiglio comunale di Inveruno, ora la questione rimbalzerà in consiglio regionale, che martedì sera presenterà una mozione urgente, per finire poi sui tavoli del Ministero a metà novembre. La speranza di lavoratori e amministratori ora è che il gruppo spagnolo Deoleo, proprietario di Carapelli dal 2006, collabori. L’azienda per ora non ha infatti richiesto alcuno stato di crisi.
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