IL CASO
Caro tombe: è fuga dai cimiteri
I rincari bloccano i rinnovi e, a ridosso della ricorrenza dei defunti, è una strage di sfratti
Nessun angolo del cimitero è stato risparmiato. Né in quello di via Lonate, né a Borsano e neppure a Sacconago. Basta fare due passi fra tombe e loculi per notare la sfilata di cartelli che avvisano i parenti dei morti: «Sepoltura scaduta».
È in buona parte l’effetto dei rincari disposti nei primi mesi dell’anno dall’amministrazione comunale. Mantenere un posto, concluso l’affitto trentennale, costa almeno quattro volte tanto rispetto a quello che avveniva fino a marzo. Con il risultato che in tanti, non potendoselo permettere, stanno decidendo a malincuore di lasciar scadere le prelazioni, sapendo che le spoglie dei propri parenti verranno spostate nella fossa comune e che lo spazio verrà rimesso all’asta.
Le centinaia di cartelli legati ai portafiori delle singole tombe spiegano dunque ai cittadini che ormai bisogna pagare, perché trascorsi sei mesi gli addetti dei campisanti provvederanno a liberare il punto di sepoltura per riassegnarlo. Un discorso che vale un po’ per ogni area dei cimiteri, sia quelle monumentali che quelle nuove con i forni.
È comprensibile che i discendenti delle persone che riposano in via Lonate e nelle due strutture rionali, davanti alla prospettiva di versare magari 2mila euro invece dei 300/400 preventivati, preferiscano optare per la rinuncia. Può anche essere che in alcuni casi, trattandosi di contratti trentennali, gli interessati non si siano accorti della scadenza da onorare. Ma, visto che una situazione del genere non era mai accaduta (con un’esposizione in certe zone impressionate di avvisi), è probabile che tanti abbiano volontariamente evitato di versare il dovuto e non prenderanno contatto con l’ufficio comunale preposto a trattare la faccenda.
Il municipio, proprio per togliersi ogni dubbio, ha effettuato la mappatura e affisso gli avvisi di “sfratto” in queste settimane proprio in previsione dell’ormai imminente ricorrenza dedicata ai defunti. Il primo giorno di novembre e nelle date limitrofe, infatti, i cimiteri si riempiono e anche chi raramente si reca a far visita a parenti ormai venuti a mancare tanto tempo fa, passerà probabilmente da quelle parti e potrà provvedere nel caso si trattasse di una semplice dimenticanza. Eppure la sensazione è che questa sia la conseguenza di un’impennata dei costi che tanto ha fatto discutere (e arrabbiare) e che è stata calmierata abbassando la durata degli affitti per ridurre proporzionalmente le richieste economiche, ma non ha ritoccato le tariffe.
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