PRIMA NAZIONALE A SARONNO
«Casa di bambola» con Filippo Timi
Filippo Timi è a Saronno con la prima nazionale di «Casa di bambola» di Henrik Ibsen, per la regia, l’adattamento e la traduzione di Andrée Ruth Shammah, direttrice del Parenti di Milano, il teatro che firma la produzione e che l’attore perugino (classe 1974) definisce ormai la sua «seconda casa», dove andrà in scena a fine mese. In quello che viene considerato un manifesto teatrale dei diritti delle donne e del loro ruolo nella società, Shammah pone invece l’accento sulla solitudine del maschio all’interno di un rapporto di coppia in cui nemmeno la donna, però, si salva. L’attenzione si concentra sul momento in cui Helmer va in crisi perché sua moglie Nora (Marina Rocco) smette di fingersi bambola, un ruolo mantenuto per «imprigionare» il marito. Intorno girano altri uomini: il dottor Rank, che incoraggia Nora ad andarsene, «l’amico… che non prende, ma da», dice Timi, eppure «un fiume arido». Poi il procuratore Krogstad, il ricattatore, «un Helmer a cui tutto è andato male», infine Torvald Helmer stesso, il personaggio «più complesso», notoriamente negativo, eppure «ragionevole». Timi li interpreta tutti, in un’operazione che vuole andare oltre le facili apparenze del testo, mettendo in discussione proprio i ruoli quasi predefiniti. «Se Helmer è ossessivo, è perché Nora è una bugiarda». Un crinale delicato, che Timi è troppo intelligente per ridurre a una banale questione di lotta fra i sessi: «Il maschilismo fa male anche a me… ma non c’entra con Ibsen, dove nessuno dei due ha ragione, né il maschio, né la femmina. Semplicemente, ci mostra cosa succede in una coppia».
Venerdì 22 e sabato 23 gennaio (ore 21) e domenica 24 (ore 15.30) al teatro Giuditta Pasta di Saronno, via I Maggio, biglietti 25/15 euro, info 02.96702127.
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