SINDACATO INQUILINI
Casa, «emergenza infinita»
Duemila famiglie in attesa per un alloggio popolare, oltre 500 nel solo capoluogo. Mostoni: «Le politiche condotte finora non sono più efficaci per poveri e svantaggiati»
Chi è troppo povero continua a non avere la possibilità di accedere a una casa popolare. Perché non se ne costruiscono più o quasi e perché il turn over (inquilini che lasciano liberi gli appartamenti) è ridotto al lumicino. Risultato: duemila famiglie in lista di attesa per un alloggio di edilizia residenziale pubblica in provincia, di cui circa 500 nel capoluogo. Non sono soltanto questi numeri a disegnare un quadro fosco dell’emergenza abitativa e le “colpe” non sono ovviamente delle amministrazioni locali ma di un sistema che parte dall’alto e che in Lombardia, secondo il Sicet, è aggravato «da una riforma destinata a manomettere la missione e i più essenziali profili di servizio dell’edilizia residenziale pubblica». Il Sicet dei Laghi (che riunisce i territorio varesini e comaschi) si è riunito nella sede Upel di via Como a Varese e ha riconfermato come segretario generale Ezio Mostoni, con il quale collaborano i segretari Dario Mascheroni e Alessandro Kulka. «Sono indispensabili politiche abitative adeguate, quelle attuate finora, non solo a livello provinciale e regionale, non riescono a fare fronte all’emergenza» dice Mostoni. «Insieme alla disoccupazione e al lavoro con bassa retribuzione, il problema della casa continua ad essere una questione di emergenza e un fattore determinante del peggioramento delle condizioni di vita di una parte importante della popolazione», si legge nella mozione finale del congresso. In pratica, non vengono elargiti più fondi - o molto pochi - per costruire case popolari e le politiche abitative che mirano ad aiutare gli inquilini non sopperiscono al fabbisogno, con il risultato che le liste di attesa per le case popolari si allungano».
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