LA SOLIDARIETÀ
Caso Uva, poliziotti benefattori
Accusati di aver cagionato la morte dell’arrestato, devolvono i fondi raccolti dai colleghi a un agente rimasto paralizzato
I poliziotti imputati in Corte d’appello a Milano per la morte di Giuseppe Uva, avvenuta a Varese nel giugno 2008, hanno deciso di devolvere il denaro raccolto dai colleghi per sostenere le loro spese processuali in beneficenza.
Destinatario del fondo, la cui cifra non è stata resa nota, un collega rimasto in sedia a rotelle, per l’acquisto di un costoso macchinario.
A comunicarlo, tramite una nota a nome di tutti i colleghi, è l’assistente capo Gioacchino Rubino.
«Nel marzo del 2014 ci siamo commossi nell’apprendere che i colleghi della Questura di Varese, spontaneamente, avevano posizionato delle cassette di cartone per raccogliere fondi per aiutarci a sostenere le spese legali del noto Caso Uva - scrive Rubino -. Ringraziamo di cuore tutti i colleghi che in questi anni hanno espresso vicinanza e solidarietà a noi e alle nostre famiglie, continuando tutt’oggi a starci vicino, anche se la lunga strada che siamo chiamati a percorrere ci ha fatti adesso approdare nelle aule di Giustizia milanesi».
«Ritenendo la causa di Simone più importante della nostra», Rubino spiega che i soldi raccolti saranno donati a Simone Casti, «un collega rimasto paralizzato a seguito di un incidente e che da otto anni, a causa delle sue condizioni di salute e complicazioni sopraggiunte, necessita di un apparecchio denominato Re Wolk per rimettersi in piedi.
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