Yukos
Caso Yukos, Belgio sblocca i conti delle sedi diplomatiche russe
Mosca aveva minacciato contromosse
Roma, 20 giu. (askanews) - Il ministro belga degli Esteri Didier Reynders ha annunciato oggi lo "sblocco", parziale in un primo momento, dei conti delle rappresentanze diplomatiche russe in Belgio, che erano stati congelati in applicazione di una decisione della giustizia arbitrale nell'ambito dell'annoso "affaire Yukos". Mosca aveva reagito furiosamente al provvedimento, minacciando azioni corrispettive.
Il capo della diplomazia ha parlato ai giornalisti durante un viaggio ufficiale del re Filippo in Cina. Lo sblocco riguarda, in un primo momento, i conti dell'Ambasciata russa e delle rappresentanze permanenti russe all'Ue e alla Nato, che sono accesi presso la banca ING, ha precisato il portavoce del ministero degli Esteri Henrik Van de Velde.
"E' stata trovata una soluzione per sbloccare come priorità quei conti, che servono al funzionamento delle ambasciate, Il resto seguirà", ha detto il portavoce.
Mosca aveva reagito anche per bocca del presidente Vladimir Putin affermando che il congelamento dei beni è illegittimo. Oltre al Belgio, anche la Francia ha proceduto al sequestro di proprietà russe.
Yukos è stata spezzettata e venduta dopo che il suo patron, Mikhail Khodorkovsky, che si era messo contro il presidente Putin, è stato arrestato nel 2003. Dopo un decennio in prigione, Khodorkovsky è stato liberato nel 2013 con una grazia presidenziale e ora vive in Svizzera.
I sequestri sono conseguenza di una sentenza della Corte permanente arbitrale dell'Aia, la quale ha stabilito che Mosca ha portato Yukos alla bancarotta con eccessive richieste fiscali, prima di vendere i suoi asset ad aziende di Stato. E ha ordinato un risarcimento agli azionisti di Yukos da 50 milairdi di dollari, 44 miliardi di euro. Beneficiario di questo risarcimento è il Gruppo Menatep, con base a Gibilterra, attraverso il quale Khodorkovsky controllava la Yukos. Il gruppo esiste ancora oggi, col nome di Gml, ma l'ex oligarca nemico di Putin non ne fa più parte.
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