VERSO IL BALLOTTAGGIO
Cassani e Guenzani, buoni propositi
Primo confronto pubblico tra i due candidati sindaco. Arbitro è il Vicinato
«Vi chiediamo i buoni propositi. Le promesse no, tanto non si possono mantenere perché servono i soldini. Ma almeno diteci cosa volete fare». Esordisce così Ida D’Angelo, nel primo confronto pubblico tra i due candidati sindaco che si apprestano ad affrontare il ballottaggio di domenica 19 giugno. La presidente dell’associazione Buon Vicinato chiama i due pretendenti in via Padova, dove abita e dove ha messo in pratica un concreto esempio di democrazia diretta. Del tipo: tu abiti qui? Bene, collabora affinché tutto funzioni per il meglio. Naturale allora chiamare in causa chi dal 20 giugno avrà in mano le redini del Palazzo. Per incalzarlo, per tenerlo sveglio sulle esigenze della gente ma pure per dargli consigli e, forse, insieme, costruire una città migliore.
Le domande le fa il vicepresidente dell’associazione Marco Castoldi di fronte a una folta platea, costituita soprattutto da abitanti della zona, ma ci sono anche i rispettivi gruppi elettorali. Quello di centrosinistra, un po’ scornato dopo l’esito del voto di domenica e quello di centrodestra che sembra già aver vinto le elezioni. Ma è meglio non tirare le somme troppo in fretta e ascoltare i due candidati previo lancio della monetina per sapere chi deve cominciare per primo.
Vince (stavolta) Edoardo Guenzani, efficace nelle sue spiegazioni. Peccato che in questi cinque anni abbia incontrato poco i cittadini (almeno questa è la principale accusa che gli viene rivolta, esaminando il risultato non proprio entusiasmante delle urne) perché quando parla riesce a persuadere. Lo incalzano sulla sicurezza e lui ripete il ritornello della «percezione» e della «realtà». Tutto ciò per dire che Gallarate parte da una buona valutazione generale ma che è disposto a fare di più - se sarà di nuovo sindaco - in termini di dotazione di telecamere e di attenzione soprattutto alle zone periferiche. Sulla manutenzione delle strade vale il refrain già sentito durante l’amministrazione. Ovvero: si è fatto l’impossibile con i mezzi a a disposizione. Ma in questa zona il problema più grosso è quello della mancanza della fognatura: «Non ci siamo dimenticati di voi». E pure quello dei trasporti: «Prendo nota ma arrivare qui è complicato».
Il clima è sereno, di confronto vero, a parte qualche indisciplinato che tra il pubblico ne approfitta per inveire contro qualcun altro. Ma tutto nell’ambito della civiltà. Quando prende la parola Andrea Cassani torna il silenzio e l’attenzione: «Si può, anzi si deve fare di più». Per esempio con la polizia locale: «I vigili devono stare fuori dagli uffici e in giro a controllare». E la videosorveglianza? «Si potrebbe sperimentare l’iniziativa di Samarate in cui i privati adottano una telecamera». In più: «Serve il controllo di vicinato e voi qui siete già organizzati bene con la vostra associazione». Su verde, strade, marciapiedi e fognatura Cassani assicura «più attenzione» e di svolgere «tutte le verifiche del caso affinché i problemi siano risolti».
Tutti contenti? Tutti soddisfatti? Non proprio, c’è un cittadino che torna alla carica sui furti sulle auto mentre le mamme portano i bimbi all’asilo di Madonna in Campagna. Che fare? «Ci vogliono più controlli in zona, più presidi», insiste Cassani. Ma Guenzani ribatte: «Cassani non si rende conto delle tante funzioni della polizia locale. Non posso indebolire, per esempio l’annona, per promuovere più controlli di sicurezza perché poi i commercianti si lamentano perché non viene fermato l’abusivismo». E’ un gatto che si morde la coda ma è la politica che funziona così. Almeno stavolta, però, è stato uno spettacolo positivo e propositivo. Andare tra la gente e con la gente dovrebbe essere l’impegno numero uno degli amministratori, come ha giustamente fatto notare in chiusura Ida D’Angelo: «Dal 20 giugno comincia la vera campagna elettorale per tutti e due. Continuate ad andare nei rioni, continuate ad ascoltare la gente». Peccato che non sempre succeda così.
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