LA SENTENZA
Il Tar blocca la moschea
Dopo cinque anni la decisione: lo stop del Comune fu legittimo
Si conclude dopo cinque anni la vicenda della moschea che avrebbe potuto sorgere in città. Nelle scorse settimane è infatti arrivata la decisione del Tar che di fatto solleva il Comune da ogni responsabilità dandogli ragione nel contenzioso con l’associazione Madni, parte nel contenzioso iniziato nel 2013 e che vedeva al centro dell’attenzione la struttura di via Friuli.
«Leggendo la sentenza del Tar - afferma il sindaco Giuseppe Pignatiello - non possiamo che essere pienamente soddisfatti, dal momento che il Tribunale ha integralmente confermato la correttezza e la legittimità dell’azione amministrativa. Viene evidenziato che il Comune e la parte tecnica avevano agito in piena legalità annullando il permesso di costruire».
Come detto, tutto era iniziato cinque anni fa: l’associazione Madni aveva chiesto al Comune di poter ampliare l’edifico di via Friuli, cambiandone la destinazione d’uso.
Tra le righe, la richiesta di destinarla anche a luogo di preghiera. Non una vera e propria moschea, ma comunque luogo dove poter pregare.
L’associazione aveva comperato l’immobile e preparato le pratiche per l’ampliamento, poi a inizio 2016 l’ufficio tecnico del Comune aveva rilasciato i permessi per costruire. E dopo poco era scoppiata la polemica: la struttura sarebbe stata per le opposizioni una vera e propria moschea. Il sindaco Pignatiello aveva preso tempo, chiedendo lumi anche alla Regione, poi nel marzo 2017 aveva annullato il permesso».
Di qui il ricorso al Tar da parte della Madni, e infine la sentenza che di fatto ha dato ragione al Comune.
l.c.
© Riproduzione Riservata