MORTI IN CORSIA
Cazzaniga saluta tutti e se ne va
La difesa dell’ex vice primario fa chiedere nuove prove, l’imputato a fine udienza si accomiata con un gesto plateale
Leonardo Cazzaniga prima di seguire la polizia penitenziaria che lo ha riportato in carcere si è girato e ha salutato calorosamente. È uscito dall’aula rinfrancato dalle arringhe dei difensori Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora che - al di là di ribadire la finalità lenitiva delle cure che somministrò ai pazienti morti in corsia - hanno chiesto un approfondimento investigativo sulle cartelle cliniche, sui diari e sulle schede ospedalieri, anche quelle di degenti che dopo l’intervento dell’ex vice primario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno - ebbero una ripresa. E questo per stabilire la reale causa del decesso delle presunte vittime del protocollo Cazzaniga e le modalità di somministrazione dei farmaci. D’altro canto quel protocollo altro non era che una cocktail composto da un mix di midazolam, ipnovel, morfina e profol che avrebbe dovuto sedare degenti il cui decesso sarebbe comunque avvenuto da lì a un’ora al massimo.
Per la morte del marito Massimo Guerra, del suocero Luciano e della madre di Laura Taroni, Maria Rita Clerici, i difensori di Cazzaniga hanno chiesto addirittura il proscioglimento. Le accuse si basano anche sulle dichiarazioni dell’ex infermiera che, a parere degli avvocati, dopo le giornate di incidente probatorio non risulta attendibile.
Servizio completo sulla Prealpina di martedì 23 gennaio
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